Insulti razzisti e strattoni: bambini in lacrime in aula, maestra sotto accusa

I genitori pensano a un esposto in procura. Preside e provveditorato confermano: «Caso delicato, stiamo seguendo le procedure…»

Avrebbe insultato pesantemente, anche con frasi razziste, i bambini della sua classe. «Cretini», «lavatevi sporchi ebrei, puzzate proprio come i meridionali», «figli di p…» e via dicendo. L’accusa arriva dagli stessi bambini e di conseguenza dai genitori, alcuni dei quali si stanno organizzando per consegnare in procura un esposto in cui viene denunciato poi il fatto che alcuni bambini sarebbero anche stati strattonati per le braccia o addirittura per il collo. Sul banco degli imputati, incredibile a dirsi, una maestra delle elementari. Una supplente che tuttora – in attesa della conclusione delle indagini interne – sta prestando servizio nelle scuole elementari di Ravenna.

I fatti risalgono al primo pomeriggio di venerdì 16 gennaio e sono avvenuti in una delle ultime classi di una scuola elementare dell’Istituto Comprensivo San Biagio di Ravenna. A confermarli, almeno in parte, una bidella, allertata dalla richiesta di aiuto di uno dei bambini, e soprattutto una maestra di una classe vicina, che si è ritrovata di fronte a molti bambini in lacrime, dopo gli insulti e i presunti strattonamenti. La supplente, di fronte alla collega, ha ammesso solo di averli definiti «cretini» dopo che alcuni non le avevano consegnato il diario per una nota, avventurandosi poi in alcune giustificazioni apparentemente senza alcun nesso logico con gli eventi, facendo riferimenti (anche in un rapporto scritto subito dopo) all’igiene personale dei piccoli. Il pomeriggio è poi terminato in cortile, con i bambini sconvolti dall’accaduto che si sono ripresi pian piano giocando con quelli di altre due classi, uscite appositamente per permettere alle maestre di tenere sotto controllo la supplente.

Nessuno ha però chiamato i carabinieri e ai genitori non pare essere piaciuto l’atteggiamento troppo attendista della preside, Carla Solaini, con cui questa mattina abbiamo parlato, per capire innanzitutto se il fatto verrà segnalato alla procura della Repubblica. «Questo non ve lo dico – è la risposta alla nostra domanda –, mentre quello che posso dire è che ci stiamo muovendo insieme al Provveditorato sulla base delle direttive previste in questi casi. I tempi della pubblica amministrazione sono purtroppo lunghi, ma li stiamo rispettando (sarebbero 60 giorni dalla presentazione del rapporto delle maestre che hanno evidenziato il comportamento anomalo della supplente, ndr). Per prendere le decisioni stiamo esaminando le relazioni e facendo le nostre indagini: i provvedimenti sono in arrivo. Quello che ho potuto invece fare da subito è l’aver messo alcune insegnanti a supporto di quella supplente…». Che infatti è tornata nella stessa scuola pochi giorni dopo ed è stata sorvegliata da una maestra di sostegno e costretta a fare lezione con le porte aperte. Ma potrebbe tornare ancora in quella stessa scuola? «Certo, è in graduatoria», non può che confermare la preside che assicura di non aver mai avuto precedenti rapporti con la supplente, essendo al suo primo anno nella nostra provincia.

Sulla stessa linea Cinzia Tartagni, che è il reggente in Provveditorato dopo l’addio di Maria Luisa Martinez dell’anno scorso. «Ci siamo subito attivati – ci dice al telefono – e stiamo analizzando il caso, molto delicato, con i tempi e i modi previsti dalle procedure». Nulla di più, al momento, anche se non viene esclusa («no comment») l’ipotesi di rivolgersi alla procura. E quali sanzioni rischia, la supplente? «Quelle che prevede il cosiddetto decreto Brunetta…». Ossia: dall’avvertimento scritto alla sospensione, fino al licenziamento ma solo per i casi più gravi.

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