Dal tabaccaio nel ‘70 fino a Ragù: i delitti irrisolti di casa nostra

Nel 1998 a Mandriole l’ultimo omicidio rimasto senza colpevole. Sullo sfondo delle morti prostituzione e malavita… e un tragico rapimento

delitto MandrioleAmmazzato con tre colpi di pistola mentre era a pesca sull’argine del canale Destra Reno a Mandriole una mattina di fine agosto: Luigi Bezzi morì nel 1998 che aveva 70 anni ma chi lo uccise non si è mai saputo. Quello di Ragù, soprannome con cui tutti lo conoscevano a Sant’Alberto dove viveva, è l’ultimo dei quindici delitti rimasti irrisolti in provincia di Ravenna dal 1970: senza un accusato o senza una condanna per l’imputato.
Tutti messi in fila da Nevio Galeati e Carlo Raggi nel libro Delitti imperfetti (Pagine edizioni) limitandosi ai casi giunti a conclusione.

Nel 1998 in cui morì Bezzi altri due casi senza soluzione. A settembre a lato della superstrada E45 venne trovato lo scheletro di Mariana Rusu, 19enne moldava che aveva chiuso con la prostituzione per sposare un italiano e i night della riviera erano il suo massimo palcoscenico per esibirsi come ballerina. La giovane era scomparsa da tre mesi e quando ritrovarono i suoi resti nemmeno si riuscì a stabilire la causa di morte.
A febbraio di quell’anno invece a perdere la vita fu Brigitte Fugger, 31enne albanese con passaporto austriaco venuta a Ravenna per prostituirsi, mettere da parte qualche soldo e tornare a Graz. Il cadavere venne ritrovato in un fosso della cava Manzona, la stessa dove è morto il vigilante a fine dicembre 2015 (vedi pagina accanto). Massacrata di botte e uccisa da una coltellata: lama da 18 cm ritrovata nel campo adiacente.

Il 1997 fu segnato da tre omicidi in due episodi distinti che però sembrano avere più di un punto in comune. A maggio scena da farwest a Punta Marina: due sicari armati di revolver entrano nel pub Hostaria del Blues e fanno fuoco lasciando a terra due cadaveri, il 26enne piastrellista Arben Kurani e il 27enne muratore Agim Lala. Quattro mesi dopo morì anche Amedeo Rosetti, 38enne ravennate di professione buttafuori che aveva parlato con i due albanesi dieci minuti prima della sparatoria: lo ammazzano a Cannuzzo di Cervia.

In un appartamento di Lido di Savio a maggio 1996 i carabinieri chiamati dalla padrona di casa trovano una scena raccapricciante: la 34enne Iolanda Castillo, prostituta di Santo Domingo che si definisce “Dea dell’amore” negli annunci sulle riviste, è supina sul letto con due coltelli piantati nel petto e un paio di slip da uomo in bocca. Il Dna recuperato da un preservativo non può essere comparato con alcun sospetto.
Manca ancora il nome del killer di Maria Vichi: nel 1995 aveva 70 anni e faceva la tabaccaia a San Marco: colpita alla testa, forse facendola sbattere contro il bancone, per rapinarla di poche centinaia di migliaia di lire.

Nell’omicidio irrisolto di luglio 1990 a perdere la vita fu una guardia giurata. Il colpevole non si è mai trovato: Costantino Frizziero di 27 anni morì davanti a una banca a Pinarella di Cervia ucciso da quattro malviventi intenzionati a rapinare l’istituto di credito. La Beretta calibro 9 abbandonata dall’omicida non aiutò le indagini.
Ancora una prostituta, e ancora giovanissima, la vittima dell’omicidio scoperto a agosto 1987 a Faenza: la 20enne forlivese Antonella Ghetti. Una dozzina di coltellate.
L’opinione pubblica rimase particolarmente sconvolta dalla morte di Pier Paolo Minguzzi di Alfonsine: ha 21 anni, è uno studente di Agraria a Bologna, carabiniere di leva. A Pasqua del 1987 viene rapito: i sequestratori chiedono 300 milioni di lire ma dieci giorni dopo il suo cadavere affiora nel Po di Volano. L’autopsia dice che è stato strangolato la sera del rapimento.

Il corpo senza vita di Angela Crugliano, una 54enne prostituta, viene ritrovato nelle campagne lungo via Guiccioli a dicembre 1985: strangolata.
A maggio del 1985 la vittima è l’egiziano Sadek Hassanin: il marittimo muore a 32 anni in ospedale dopo cinque giorni di agonia per la coltellata presa a Punta Marina.
Aveva invece 78 anni Rosina Gaiani quando perse la vita a settembre 1984 a Faenza. Ferita alla testa sul pianerottolo di casa, morì in ospedale: le indagini ipotizzarono uno scippo finito male.
Il primo delitto irrisolto risale invece al 1970: nel mese di giugno il 44enne tabaccaio Gino Triossi esce in bicicletta per andare al cinema alla Sala Italia di via Cairoli a vedere il film vietato ai minori di 18 anni “Così dolce, così perversa“. Lo trovarono il pomeriggio seguente nell’aia di una casa colonica abbandonata a San Marco con la testa fracassata a martellate.

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