Il Comune è ambizioso: «Un parco archeologico nell’ex caserma di via Bixio»

L’amministrazione pubblica è proprietaria di tutta l’area tranne l’edificio passato alla Cassa Depositi e Presti per farne un albergo. Palazzo Merlato dovrà fare la bonifica dall’amianto

CasermaIl 5 marzo 2018 è senza dubbio una data storica, se si pensa a quanti anni e promesse sono passati dai primi annunci o anche solo dalla firma del protocollo d’intesa con il ministero del dicembre 2010. Dal 5 marzo scorso, infatti, il Comune di Ravenna è diventato il proprietario di tutta l’area del comparto dell’ex caserma Alighieri di via Nino Bixio, fatta eccezione per l’edificio dell’ex caserma vera e propria, l’ex Collegio dei nobili, acquistato invece dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) con l’intenzione di realizzarvi un albergo da dare in gestione a privati (ci sarebbero già soggetti interessati). Il Comune ha ottenuto invece gratuitamente dal Demanio l’area restante, di circa 14mila metri quadrati, occupati per quasi la metà da piccole costruzioni utilizzate dai militari, le cosiddette “casermette”.

L’area ora dovrà essere bonificata dall’amianto presente in piccola parte nelle stesse casermette, a spese del Comune (gli uffici sono già al lavoro sul tema), che poi si occuperà anche della successiva demolizione, da completare entro la fine della legislatura, ci dice l’assessore al Patrimonio, Massimo Cameliani. Per questa operazione l’Amministrazione conta di poter utilizzare i fondi che arriveranno dal Demanio pari al 15% di quanto lo Stato ha incassato per la vendita del comparto a Cdp (ma a quanto ammonti la cifra ancora non è noto). Infine partirà la parte più interessante, quella relativa al progetto per un parco archeologico annunciato dal Comune pochi mesi fa poiché si tratta di un’area che custodisce i resti della città romana e preromana e dove un tempo, secondo le testimonianze di Andrea Agnello, sorgeva addirittura un anfiteatro.

«L’intenzione è quella di partire con i primi saggi esplorativi e di capire, sulla base anche di quello che si troverà, se poter realizzare un vero e proprio piccolo parco archeologico, come da previsioni urbanistiche. Naturalmente in stretto accordo con la Soprintendenza, che verrà coinvolta il prima possibile. In alternativa sarà comunque realizzato un parco pubblico». La Soprintendenza potrebbe però essere interpellata ancor prima dai tecnici che dovranno, in quell’area dalle grande potenzialità archeologiche, realizzare un albergo.

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