Contro la povertà alimentare alleanza fra istituzioni, volontariato e ristorazionee

L’appello di alcune associazioni ravennati a proposito di un odg approvato dal Consiglio comunale di Ravenna

Mensa Sociale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo testo firmato da diverse associazioni ravennati

Un’importante istituzione come il Consiglio Comunale di Ravenna ha approvato giorni fa un ordine del giorno che impegna l’Amministrazione a mettersi in gioco per connettersi, oltre che con il mondo del volontariato, anche con quello delle imprese alimentari e ristorative per proseguire nel percorso di contrasto alla povertà alimentare.

L’ordine del giorno va considerato sia un punto di arrivo che un punto di partenza.
Punto di arrivo del lungo lavoro svolto in questi ultimi anni dall’associazionismo in collaborazione con l’Assessorato comunale alle politiche sociali: lavoro fatto di analisi sulle esperienze e sulle risorse in atto nel nostro territorio nel campo dei bisogni alimentari delle fasce più povere della popolazione; di interventi specifici di coordinamento operativo in occasione di particolari emergenze; di momenti di riflessione e progettazione per l’avvio di esperienze innovative ( ricordiamo in particolare gli incontri e le attività svolte all’interno del ciclo di eventi “Nutrire Ravenna”).

Ma anche punto di partenza, perché ora si tratta di far incontrare domanda e offerta alimentare costruendo e sviluppando una politica comunale integrata (pubblico-privato sociale-privato profit) che copra l’intera filiera del ciclo alimentare (dalla produzione alla distribuzione e all’offerta-consumo) capace di offrire – con diversi attori in rete, in diversi luoghi e con varie forme partecipative – opportunità diffuse di alimentazione sana, sobria, e a basso costo (e/o gratuita).
L’approccio è quello dei consumi alimentari in una visione che favorisca anche la disponibilità dei cittadini a sostenere direttamente chi ha bisogno (ad esempio con la pratica che si sta diffondendo del pranzo “sospeso” ) anche nelle strutture ristorative aperte. E ciò con l’ausilio di chef professionisti che tramite la loro “cucina d’autore” riescano a rendere buoni e salutistici piatti realizzati anche con materie prime semplici oppure “di recupero”.

Alcune realtà locali che si ispirano a obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale come ad esempio “La Macina” o “Kirecò” sono aperte a questa prospettiva e così “Ravenna Food” (la realtà locale di “CheftoChef emiliaromagnacuochi” di cui è leader Massimo Bottura) che sta avviando iniziative in questa direzione. Il citato odg impegna il Comune a favorire una ricerca partendo da una mappa/inventario delle realtà del terzo settore che si rivolgono al mondo dell’alimentazione: dalle mense agli orti sociali, dagli empori alle tante forme di accoglienza laiche o religiose. Obiettivo prioritario: costruire una rete operativa sempre più integrata (volontariato, istituzioni, imprese), capace di dare una risposta adeguata e articolata al bisogno alimentare delle fasce più povere della nostra popolazione. Riducendone progressivamente, fino ad eliminarle, le attuali carenze quantitative e qualitative e gli aspetti ghettizzanti e marginalizzanti, costruendo modalita “civili” di offerta e fruizione di cibo: normali, inclusive, socializzanti.

Ombretta Cortesi (Arci), Mirella Rossi (Auser), Ema­nuela Casadio e Enzo Morgagni (Comitato Rom­pere il Silenzio), Franco Chiarini e Matteo Salbaroli (CheftoChef emiliaromagnacuochi)

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