Querela da Brescello, anche Libera di don Ciotti esprime solidarietà alle Albe

La storica compagnia ravennate denunciata dall’ex sindaco del comune emiliano commissariato per condizionamenti mafiosi

Va Pensiero Martinelli MontanariLibera, la nota associazione anti mafia presieduta da don Luigi Ciotti, esprime solidarietà a Marco Martinelli ed Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, querelati per diffamazione aggravata dall’ex sindaco di Brescello Ermes Coffrini.

«La loro “colpa” sarebbe, secondo il querelante, quella di aver portato in scena uno spettacolo che racconta la vicenda di Donato Ungaro, il vigile urbano di Brescello con la passione del giornalista, licenziato nel 2002 dall’allora sindaco Coffrini. Ungaro vinse la causa in tutti i gradi di giudizio», ricorda Libera.

«Il fatto, gravissimo perché colpisce la libertà di espressione – continua il comunicato dell’associazione –, dimostra ancora una volta quanto sia difficile parlare di mafia a Brescello, il primo comune sciolto per condizionamenti mafiosi in Emilia-Romagna. Come ha affermato Martinelli, “il teatro quando si arma della verità può fare paura ai potenti, in questo modo il suo senso antico irrompe nella contemporaneità”. Da tutta Libera Emilia-Romagna arriva, quindi, la piena solidarietà a Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, che hanno fatto del teatro il mezzo per una denuncia coraggiosa».

Nei giorni scorsi era arrivata anche la manifestazione di solidarietà del consigliere comunale di Ravenna in Comune Massimo Manzoli, in prima linea in città nella lotta alla mafia da tempo con il Gruppo dello Zuccherificio.

«La mafia non esiste e in Emilia-Romagna esiste anche meno – scrive con sarcasmo Manzoli –. Nonostante Reggio Emilia abbia ospitato il più grande processo per mafia del nord Italia. Nonostante a Brescello, in provincia di Reggio Emilia, si sia avuto il primo comune emiliano-romagnolo sciolto per mafia. Così succede, nella nostra Emilia Romagna dove la mafia non esiste, che l’ex sindaco di Brescello, non quello che ha smesso di fare il sindaco perché commissariato, ma suo padre che gli aveva ceduto il posto, quereli chi ne ha messo in scena gli affari con la cosca Grande Aracri. Ossia Ermes Coffrini, avvocato dello studio legale Coffrini padre e figlio, sindaco Pci di Brescello, ha querelato Marco Martinelli, il regista di Ravenna che ha messo in scena Saluti da Brescello. E Va pensiero. E poi quereli anche Marco Belpoliti che quel testo ha pubblicato. E Donato Ungaro che lo ha ispirato. Ed Ermanna Montanari… perché sì, visto che con quel testo non c’entra ma è invece interprete in Va pensiero. E poi tutti i direttori dei teatri che quel testo intendessero mettere in cartellone. Perché quello che interessa è proprio questo: la mafia non esiste, dunque la mafia non può essere messa in scena».

«Come Ravenna in Comune – continua Manzoli – abbiamo sempre fatto della mafia, della mafiosità, ndranghità, il centro delle nostre preoccupazioni. Dal programma elettorale agli interventi odierni in Consiglio Comunale. Per questo ci siamo allarmati quando abbiamo sentito dai massimi rappresentanti dell’Esecutivo in città parole che sminuiscono i tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nel territorio. Per questo siamo al fianco di Martinelli, Belpoliti, Ungaro, Montanari. Per questo chiediamo che Ravenna, a partire dal suo Sindaco, Michele de Pascale, faccia sentire la sua voce per marcare una differenza, una distanza da certe pratiche. Con una vicinanza a quante e quanti certe pratiche vogliono intimidire».

Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha espresso la propria vicinanza al Teatro delle Albe su Facebook. «Quanto sta accadendo non fa altro che confermare l’importante ruolo del teatro nel trasferire messaggi di grande valore. Questa è la strada giusta da percorrere. Sicuramente – termina il sindaco – sarò in prima fila non appena lo spettacolo verrà riproposto a Ravenna.

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