Cani, wc pubblici, elemosina e lucciole: viaggio tra i regolamenti di polizia urbana

Abbiamo messo a confronto il testo in discussione a Ravenna con gli altri tre già in vigore in provincia: il massimo delle sanzioni va da 500 a 900 euro. E c’è chi vieta di giocare in spazi pubblici

PoveriChi ha un bar a Ravenna, se la norma non verrà cambiata, potrebbe essere obbligato a far utilizzare i servizi a tutti e non solo ai clienti. Lo dice il regolamento di polizia urbana che è in discussione in questi giorni in commissione consiliare e il cui articolo 29 – quello che sancisce “l’obbligo di toilette” – è il più discusso (il sindaco De Pascale lascia intendere che alla fine dei lavori verrà modificato). In provincia, se ne trova traccia solo nel regolamento vigente in Bassa Romagna dove, all’articolo 56, è scritto che «fatte salve le disposizioni di legge in materia, i titolari di esercizi pubblici sono tenuti a mettere a disposizione del pubblico i servizi igienici». Una norma che è però molto più sfumata di quella in discussione a Ravenna in cui si spiega che i titolari di locali pubblici «debbono consentirne l’utilizzo a chi ne faccia richiesta, senza subordinare la fruizione all’acquisto di beni o servizi».

In generale, i vari regolamenti comunali di polizia urbana vigenti in provincia non sono molto omogenei. Sono quattro, in tutto: oltre a quello ravennate, che sta completando in queste settimane l’iter in commissione consiliare, c’è quello della Bassa Romagna (approvato lo scorso anno), della Romagna Faentina (che porta la data del 2017) e di Cervia che è stato scritto nel 1929 ma emendato due volte, l’ultima nel 2019. Ognuno di essi ha norme particolari, con differenze anche sull’entità delle sanzioni (nel Lughese si arriva a 900 euro, a Ravenna e Faenza ci si ferma a 500). Il regolamento di polizia urbana si può definire come un testo in cui sono elencate una serie di norme utili per una corretta convivenza civile. Abbiamo esaminato e confrontato quanto prevedono i testi vigenti in provincia, dividendoli per temi.

Elemosina
A Ravenna fa discutere in commissione, specie a sinistra, la scelta di vietare o comunque multare la questua, sia essa svolta nelle strade, sia tramite la vendita di merce sia, infine, fuori dai supermercati. A Cervia non si fa cenno a queste attività mentre nel Faentino il regolamento è restrittivo quanto quello di Ravenna: si legge che l’Unione “intende contrastare” tutti i comportamenti che favoriscono l’accattonaggio. Stesse norme nella Bassa Romagna. Da notare però che nel Faentino, a differenza degli altri territori, si vieta non solo l’atto passivo dell’accattonaggio ma anche quello attivo. In altre parole è punibile anche chi dà denaro.

Cani
Un’altra norma di cui si è discusso molto per quanto riguarda il regolamento ravennate è l’obbligo dei padroni di cani di portare con sé una museruola oltre che, naturalmente, tenere Fido al guinzaglio. Le norme sono previste anche nel regolamento faentino e in quello lughese. A Cervia la norma di condurre i cani al guinzaglio e con museruola è prevista soltanto sulla spiaggia. Va detto che il regolamento della Città del Sale risente del fatto di essere stato scritto novanta anni fa e poi emendato man mano, cosicché si trovano ancora norme sui tori e altri bovini che «non possono circolare nelle pubbliche vie» e il divieto di fare «pascolare animali».

Cane

I padroni di cani a Ravenna sono obbligati a portare con loro una museruola, così anche a Faenza e Lugo.

Gioco
Una delle poche norme che a Ravenna ha trovato una critica anche dalla maggioranza è quella che sancisce il divieto di gioco nei luoghi pubblici. All’articolo 16 si legge infatti che nei luoghi pubblici «sono vietati giochi ed attività che possono arrecare intralcio o disturbo alla collettività». A Cervia si trova un passaggio simile nelle regole che normano i comportamenti negli spazi pubblici. Ben diverso quanto previsto sia nella Romagna Faentina sia nel Lughese: «L’Unione – si legge – promuove e favorisce le attività ludiche su suolo pubblico o nelle aree destinate alla collettività, purché il gioco non arrechi danno o costituisca pericolo a cose e persone». Un approccio dunque completamente opposto.

Alcolici
Il Comune di Ravenna vieta il consumo in luoghi pubblici e la vendita di alcolici in certe zone della città (giardini Speyer e in un’area circoscritta di via Gulli) di fatto andando a istituzionalizzare le ordinanze emesse dal municipio. Un provvedimento che non trova analogie negli altri tre regolamenti: Cervia non prevede nessuna limitazione agli alcolici mentre nel Faentino e nel Lughese si limita soltanto la vendita ai minorenni.

Prostituzione
L’intervento contro la prostituzione è un’altra norma che ha fatto discutere in commissione consiliare, dove il vicesindaco ha già annunciato che la giunta farà sua la proposta della maggioranza di evitare multe alle donne vittime della tratta. La particolarità del regolamento ravennate è infatti quella di non punire soltanto il cliente ma in maniera specifica le stesse prostitute. È «vietato ogni comportamento finalizzato all’esercizio della prostituzione su strada che limiti la libera e sicura fruizione delle infrastrutture stradali e delle loro pertinenze». Una norma che non trova analogie in nessun altro codice di polizia urbana in provincia: nel Cervese la prostituzione non è menzionata (il sindaco emette infatti periodicamente ordinanze che cercano di regolare il fenomeno) mentre nelle due Unioni comunali ad essere sanzionato è il cliente. Nelle due Unioni le prostitute vengono assimilate a chi disturba la quiete pubblica praticando «attività» o assumendo «comportamenti che arrecano intralcio, molestia o disturbo» contrari «alla decenza o al pubblico decoro».

Bullismo
Assente a Ravenna ogni riferimento al bullismo, così come a Cervia. Se ne occupano invece i regolamenti di polizia urbana della Romagna Faentina e della Bassa Romagna. Si legge infatti che il bullismo può «costituire pregiudizio per la sicurezza urbana e nocumento per la civile convivenza, in tutte le aree pubbliche, aperte al pubblico ‐ anche all’interno degli istituti scolastici e delle loro pertinenze ‐ ed all’interno dei veicoli del trasporto pubblico, è vietato infastidire gli studenti ed i cittadini, mediante atteggiamenti di prepotenza, intimidatori e verbalmente aggressivi». Nello specifico si dispone le modalità di accesso delle forze dell’ordine negli istituti scolastici, le sanzioni che vengono contestate ai genitori del “bullo”. Previste anche punizioni alternative a quelle pecuniarie da concordare con il dirigente scolastico. Lo studente può essere avviato «a specifiche attività didattiche rieducative».

Locali pubblici
Il Comune di Ravenna prevede un ruolo dei gestori dei locali pubblici nell’evitare schiamazzi all’esterno dei loro esercizi. Si chiede quindi di invitare i clienti all’esterno a non parlare o comunque a rispettare la quiete del vicinato. Stesse norme sono state previste nelle due Unioni svolgendo «adeguata informazione» sulle sanzioni a chi disturba la pubblica quiete. La violazione recidiva – nel Lughese e nel Faentino – comporta «la sanzione della decadenza della concessione per l’occupazione suolo pubblico con tavoli e sedie». Più sfumato in questo caso il passaggio nel regolamento ravennate: «Della violazione viene data comunicazione al competente servizio comunale per l’eventuale adozione di provvedimenti limitativi o sospensivi dell’autorizzazione all’attività». A Cervia in particolare si punta su un altro obbligo, quello di raccogliere l’immondizia secondo la legge: «Alla corretta gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti sono chiamati i in particolare i gestori dei pubblici esercizi e dei locali di pubblico spettacolo perché le loro attività veicolano l’immagine positiva della località balneare e sono i primi beneficiari dei proventi derivanti dall’economia turistica».

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