«Va dato un riconoscimento ai baristi per fare utilizzare le loro toilette»

Continua il dibattito in commissione sul regolamento di polizia urbana. Fioccano gli emendamenti sull’articolo che prevede il contestato obbligo per i baristi

Polizia MunicipaleVietato giocare in aree pubbliche e, leggendo il regolamento alla lettera, pure dipingere senza autorizzazione. Sono due dei divieti messi in evidenza da Andrea Maestri, avvocato ed esperto di Ravenna in Comune, durante la seduta consiliare del regolamento di polizia urbana che si è tenuta nella giornata di oggi, lunedì 11 novembre (qui il dibattito del 4 novembre). Gli emendamenti più attesi erano comunque quelli all’articolo 29, che contiene l’obbligo – per gli esercenti – di far utilizzare a tutti i cittadini i bagni pubblici.

Il divieto di gioco e di pittura

Maestri mette in evidenza alcune delle regole più controverse dello stesso regolamento durante il suo intervento, chiedendo di sostituire, abrogare o modificare alcune norme che saltano all’occhio già ad una prima lettura. La prima è quello che Maestri chiama «divieto di gioco» previsto all’articolo 16 in cui si legge: “Sono vietati  giochi ed attività che possono arrecare intralcio o disturbo alla collettività, come pure quelli che possano costituire fonte di rischio e pericolo per gli altri”. Ravenna in Comune ne  chiede l’abrogazione: «Ravenna non può essere una città in cui è vietato giocare, è un diritto previsto anche dall’Onu». Sul tema trova la sponda della maggioranza, con il consigliere di Sinistra per Ravenna Michele Distaso che concorda sulla necessità di una mitigazione di questo articolo, così come Marco Maiolini (gruppo Misto).

Maestri però sottolinea che il regolamento, se applicato, vieterebbe anche ad un «pittore che volesse dipingere ad esempio la Loggetta lombardesca di farlo senza autorizzazione». Il vicesindaco Eugenio Fusignani nega, la norma contenuta all’articolo 15 però dice così: “Fatte salve le norme del codice della strada ovvero previste da leggi e regolamenti in materia, ogni occupazione del suolo od area pubblica o di pubblico uso deve essere autorizzata dall’ente proprietario, anche se effettuata con oggetti di contenute dimensioni quali cavalletti, bacheche e simili”. Attorno a quei “cavalletti”, è evidente, si gioca il senso della regola. L’avvocato ritiene anche che “il divieto di carrello” – ovvero quella norma contenuta nel regolamento che vieta di dare ad un questuante il carrello dello spesa per riportarlo al suo posto – debba essere abolita.

Toilette dei bar a pagamento?

Ma è soprattutto sulla questione dei bagni pubblici che arriva il maggior numero di emendamenti. Il regolamento obbliga i locali pubblici a concedere anche ai clienti non paganti l’utilizzo della toilette. La Pigna, con Veronica Verlicchi (che ha presentato diverse modifiche, tra cui il divieto di tirare gavettoni in centro storico) suggerisce il pagamento “una tantum” da parte del Comune agli esercenti: «Norme di questo tipo sono già in vigore in altre zone – spiega – tuttavia agli esercenti viene riconosciuta una cifra da parte dell’amministrazione». L’alternativa, suggerita da Ravenna in Comune e sposata anche da Maiolini ed Emanuele Panizza (gruppo Misto), è il pagamento da parte dell’utente di una cifra all’esercente per l’utilizzo del bagno. Quindi eliminare l’utilizzo gratuito ma non legarlo nemmeno alla consumazione. I bagni pubblici del Comune, così come quelli della stazione, sono del resto a pagamento. Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) ritiene che la norma, scritta così, non sia inoltre sufficientemente chiara: potrebbe infatti valere anche per negozi oltre che per bar e ristoranti, dato che si parla di “pubblici esercizi”. Panizza suggerisce, piuttosto, di obbligare i siti culturali e museali ad avere bagni a disposizione del pubblico.

La discussione in commissione è stata piuttosto lunga perché si è iniziato con le risposte del vicesindaco agli emendamenti proposti durante l’ultima seduta. Replica che è così riassumibile: la giunta ritiene al momento di accogliere soltanto le proposte della maggioranza, fatto salvo le diverse decisioni del consiglio comunale. Risposta che ha fatto arrabbiare non poco l’opposizione, con la difesa a spada tratta dell’amministrazione da parte di un pimpante Giannantonio Mingozzi, ex vicesindaco in commissione come esperto del Pri. Prossima seduta, con discussione e dibattito, il 25 novembre.
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