Il sindaco: «Sì al green pass. Irresponsabili i genitori che non vaccinano i figli»

De Pascale: «Estenderei la certificazione verde anche alle discoteche. Ma non si deve scaricare la responsabilità dei controlli sugli esercenti»

De Pascale Vaccino SecondaNon lascia spazio a dubbi, né si lascia andare in dichiarazioni che potrebbero essere fraintese. Il sindaco di Ravenna e presidente della Provincia Michele de Pascale, così come ha fatto sui social, condivide in toto le parole del premier: «L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire».
«La penso esattamente come Mario Draghi – ci dice De Pascale al telefono – con alcune, poche, perplessità. In primis sul tema dei controlli: non si deve scaricare tutta la responsabilità sugli esercenti. La responsabilità deve essere del singolo, con multe salate in caso di violazioni».

Farete quindi controlli a tappeto, con la polizia locale?
«Certamente, ma lo decideremo insieme, nell’ambito del tavolo di coordinamento dell’ordine pubblico in prefettura».

Altre perplessità legate al green pass?
«Mi pare non si stia affrontando il tema del lavoro, il green pass per i dipendenti, sul quale una decisione deve essere presa dallo Stato. E credo che nei locali dove è necessario accedere con green pass non sia ammissibile che il cuoco, tanto per dire, possa non averlo. Il cliente ha diritto di sapere che anche chi lo serve, in determinati contesti, sia vaccinato».

E le discoteche ancora chiuse?
«Personalmente sono per l’estensione più ampia possibile dell’utilizzo del green pass e sono i gestori stessi delle discoteche a chiederlo, infatti. Purtroppo ci sono ancora tanti paradossi: pensiamo a una piazza dove una sera c’è un concerto e sembra di essere in una sala operatoria; la sera dopo non c’è niente e possono esserci assembramenti senza violazioni. Così come i numeri contingentati per i musei: dove sono gli assembramenti, nei musei italiani? Uffizi e poche altre eccezioni a parte. Magari».

C’è poi il tema dei vaccini ai 12 enni, o comunque ai minorenni.
«Un tema enorme, sul quale ammetto di avere una posizione abbastanza estrema: credo che davanti ad evidenze scientifiche un genitore non abbia diritto a non vaccinare il figlio. Avere un figlio non vuol dire esserne proprietario. Si ha una responsabilità verso i figli, di assistenza e tutela. Credo che chi, come successo in questi anni con il morbillo, non vaccini i propri figli sia un genitore irresponsabile, che oltre a un danno sanitario metta di fronte i figli a un danno educativo. I ragazzi non possono pagare gli errori dei genitori».

Ma sul vaccino ai minorenni diversi paesi europei sono cauti, lo sconsigliano…
«Il vaccino è autorizzato ai maggiori di 12 anni e stop. Poi ci sono cautele legate al fatto che in questa fascia d’età ci sono meno studi, ma noi in questo campo siamo molto avanti anche con altri tipi di vaccinazione e non credo possano esserci dubbi, anche se mi rendo conto di avere una posizione forte».

In piazza contro il green pass stanno scendendo migliaia di persone, anche a Ravenna. Difficile credere che siano tutti no vax. Cosa ne pensa?
«Credo ci siano anche gli esercenti che hanno paura di perdere i clienti non vaccinati. Ma l’alternativa era chiudere di nuovo tutto, con conseguenze drammatiche per l’economia».

Non crede che sarebbe necessario consentire a tutti un più agevole e soprattutto economico accesso al tampone, in alternativa al vaccino, per ottenere il green pass?
«Potrebbe essere una soluzione importante per garantire un maggiore tracciamento, ma spesso ci dimentichiamo che il tampone non è un cotton fioc. Coinvolge laboratori di analisi o quantomeno una persona qualificata che lo esegue e processa. Un impatto sul servizio sanitario enorme, al di là del costo, se tutti da un giorno all’altro volessero fare un tampone: il sistema andrebbe in tilt. E poi voglio ricordare che con il tampone magari eviti di propagarlo, il virus, ma muori lo stesso…».

Un “ultimo” appello a chi non si vuole vaccinare?
«Mi limito a dire che stanno commettendo un errore gravissimo, spesso figlio della disinformazione. Il mio appello è di documentarsi, di parlare con medici e professionisti seri, di avere fiducia nella scienza che da 2mila anni ci aiuta ad ammalarci di meno».
Luca Manservisi

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