Le “barriere coralline” di Lido di Dante: «Tra i pochi esemplari in Adriatico»

Si tratta di bioconcrezioni, scogliere naturali importanti per la geo-biodiversità

Attachment (3)La Pro Loco di Lido di Dante ha intrapreso, oltre ad iniziative di pulizia delle spiagge, visite ed escursioni tematiche guidate, anche alcuni controlli e monitoraggi subacquei dei fondali marini antistanti, compresi nel Parco del Delta del Po e nella rete Natura 2000. Controlli che hanno portato ad individuare e determinare, per la prima volta nell’area ravennate e tra i pochi casi sinora segnalati in Adriatico, la presenza di bioconcrezioni (o scogliere naturali, per certi versi paragonabili a locali barriere coralline) generate da un anellide polichete (grande classe di invertebrati marini) del genere Sabellaria.

Queste rocce di origine biologica sono concrezioni sabbiose costituite dall’unione di piccoli tubi costruiti, granello per granello, dalla miriade di piccoli animali che vivono nei tubi stessi. Tali “biocostruzioni”, rare e poco conosciute, si sviluppano in genere a basse profondità, in acque di buona qualità, su fondali tranquilli, in tempi relativamente brevi; assumono forme diverse (lamine, collinette o vere e proprie scogliere) e possono essere colonizzate da altri organismi marini, come ostriche e cozze, creando banchi via via più stabili.

Attachment (4)Il ritrovamento di queste strutture, avvenuto ad opera dei sub Andrea Scarabelli (Presidente della Pro Loco di Lido di Dante) e Luca Monteleone (socio della stessa Pro Loco), apre nuove, interessanti e importanti prospettive sul futuro di questa tratto costiero e ne testimonia ulteriormente l’elevatissima qualità ambientale e l’importanza della tutela. Questa presenza è già all’attenzione del Parco del Delta del Po, a partire da uno studio dello stato e della dinamica di simili scogliere naturali, le cui dinamiche necessitano di essere comprese in modo approfondito per garantirne la conservazione, favorendone l’espansione e prevenendo eventuali fattori di minaccia.

«Tali scogliere rocciose naturali di origine biologica assumono, infatti, un importante ruolo nell’incrementare la geo-biodiversità locale, creando al contempo nuovi habitat e influendo significativamente sull’ecosistema e sul paesaggio subacqueo», evidenzia il direttore del Parco, il biologo Massimiliano Costa. Che continua: «il loro contributo a livello ecosistemico può essere molteplice, inclusa la preziosa funzione di protezione della costa, poiché queste scogliere naturali possono funzionare da frangiflutti, smorzando il moto ondoso. Inoltre, creano isole di natura sommersa, con straordinarie concentrazioni di pesci, crostacei, molluschi e altre creature marine, che possono diventare un’ulteriore risorsa per il turismo naturalistico, attraverso le immersioni subacquee guidate. Non per niente sono considerate un habitat protetto dall’Unione Europea, ai sensi della direttiva 92/43/CEE “Habitat», che ha istituito la rete Natura 2000 di siti protetti comunitari.

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