L’ex don porta in tribunale sei parrocchiani e chiede un risarcimento da 25mila euro

Nel febbraio del 2021 un gruppo di fedeli avrebbero bloccato e minacciato il prete, impedendogli di dire messa. Alla base delle tensioni le restrizioni imposte alla chiesa, privata del coro, degli scout e dell’oratorio

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L’ex parroco di Alfonsine, don Luigi Gatti, porta in tribunale sei parrocchiani con l’accusa di violenza privata nei suoi confronti e chiede 25mila euro di risarcimento da devolvere in beneficenza. Gli imputati respingono le accuse. A riportare la vicenda è l’edizione de Il Resto del Carlino in edicola oggi (mercoledì 8 maggio).

Secondo quanto testimoniato dal religioso, i fedeli l’avrebbero circondato e aggredito pochi giorni prima delle sue dimissioni, consegnate il 22 febbraio 2021 per «motivi personali». Da allora don Gatti è senza parrocchia e svolge incarichi provvisori per la diocesi di Faenza-Modigliana.

Alla base degli attriti tra alcuni esponenti della comunità ecclesiastica e il don ci sarebbero i tagli imposti da quest’ultimo alla parrocchia, privata del gruppo scout, del coro ed infine dell’oratorio. Dopo l’affissione di cartelli e la dichiarazione di malcontento diffuso, secondo le accuse i giovani parrocchiani (tutti di età vicina ai 20 anni, ad esclusione di un minorenne e un over 50) avrebbero bloccato, spintonato e minacciato il prete, impedendogli di celebrare messa. L’accusa di cui sono chiamati a rispondere è aggravata sia perché contro un ministro del culto cattolico sia per il coinvolgimento nel presunto reato di un minore.

Gli imputati ritengono spropositata la richiesta monetaria di don Gatti, tuttavia si impegneranno a formalizzare un’offerta simbolica di mille euro a testa, senza assunzione di responsabilità, da consegnare entro la data della prossima udienza.

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