In tre su una utilitaria del 2003 da Ravenna al Kazistan: 14mila km in 45 giorni Seguici su Telegram e resta aggiornato Tre amici di Ravenna a bordo di una Toyota Yaris per partecipare al Mongol Rally, corsa non competitiva che raccoglie fondi per beneficenza. Partiti da Ravenna il 12 luglio: «Attraverseremo 16 Stati, passando dal deserto a 50 gradi alla neve». La curiosità: per entrare in Turkmenistan hanno ricevuto l’invito del dittatore locale Basta leggere i numeri per avere chiara la portata dell’impresa: 14mila km da percorrere in 45 giorni, spaziando tra zone innevate e deserti a 50 gradi attraverso 16 Stati dell’Est Europa e dell’Asia, a bordo di un’utilitaria da mille centimetri cubici di cilindrata che ha macinato 185mila km nei vent’anni da quando è stata immatricolata. È la missione in cui si stanno cimentando tre trentenni di Ravenna che si conoscono dall’infanzia, un po’ per il gusto dell’avventura e un po’ per raccogliere fondi per beneficenza. Il trio composto da Antonio Capone, Massimiliano Farina e Luca Senni ha scelto “Topi di fogna” (su Instagram @topidifogna_) come nome di battaglia per partecipare al Mongol Rally. La partenza da Ravenna è stata l’altro ieri, 12 luglio. Non vince chi arriva primo, ma chi riesce ad arrivare entro un tempo massimo. L’arrivo, come intuibile dal nome, è in Mongolia. O meglio, dovrebbe essere. Dove di preciso? Difficile dirlo, anche per gli organizzatori: «Quest’anno non possiamo passare per la Russia, il che significa che non possiamo arrivare fino in Mongolia – si legge sul sito web dei promotori –. Il traguardo del 2024 si trova dall’altra parte del deserto, nell’estremo est del Kazakistan. Stiamo già esplorando i luoghi nella regione di Oksemen, intorno al fiume Irtysh e al lago Zaysan, quindi la posizione esatta sarà confermata a breve». I tre ravennati hanno in programma di raggiungere comunque comunque la Mongolia per conto loro: «Secondo i nostri calcoli ci serviranno 45 giorni. Ma non siamo bravi a fare calcoli». La corsa non competitiva, ideata da una società inglese per raccogliere fondi a favore dell’ambiente, torna a svolgersi quest’anno dopo l’interruzione per Covid. Il regolamento prevede che ogni equipaggio debba devolvere una quota fissa di almeno 500 sterline alla ong Cool Earth che si occupa di protezione delle foreste e una seconda quota di almeno altre 500 sterline a un’associazione a discrezione delle squadre. Gli avventurieri ravennati – che lavorano tra Milano e Bologna nel mondo della consulenza aziendale e dell’informatica – hanno scelto di aiutare l’assistenza ai malati di Alzheimer della casa di riposo Rosa dei Venti e l’associazione che aiuta le bambine affette dalla sindrome di Rett (a questo link sul sito Gofundme si possono fare le donazioni online: l’85 percento andrà alle due associazioni, il resto verrà usato per donazioni lungo il tragitto. Le spese di viaggio sono a carico dei partecipanti che stimano circa 5-6mila euro a testa). Si può dire che il viaggio dei “Topi di fogna” sia cominciato dieci anni fa: «Il primo a parlarmi del Mongol Rally – dice Farina – fu un collaboratore dell’azienda di mio padre (Itway, ndr) una decina di anni fa. Gli altri due all’epoca erano miei coinquilini a Milano durante l’università e incredibilmente non mi diedero del pazzo quando dissi che mi sarebbe piaciuto farlo. Ci dicemmo di farla a 30 anni». Il 2024 è l’anno del trentesimo compleanno per tutti ed eccoli a rispettare il patto. Dopo la partenza da Ravenna, la prima tappa obbligata è Praga: oggi, 14 luglio, è in programma il ritrovo di tutti gli equipaggi (poco più di 200 iscritti da varie parti del mondo) per il via ufficiale. Da lì in poi una sola regola: non ci sono regole. «Non c’è un itinerario consigliato – spiega Senni –, l’invito degli organizzatori è quello di non pianificare itinerari per perdersi su strade da scoprire. La filosofia è quella dell’avventura vissuta alla giornata. Noi un minimo di rotta ce la siamo studiata, ma diciamo che l’unica cosa certa è che ci saranno imprevisti». È anche vero che in buona parte di quelle zone non c’è una grande rete viaria: «Il percorso è per forza quello per tutti». La successiva data cerchiata sul calendario è il 25 luglio: «Abbiamo i biglietti per un volo da Tbilisi in Georgia a Baku in Azerbaigian». Ma ci saranno anche trasferimenti con un grado di certezza molto più vago: «Il traghetto sul mar Caspio da Baku al Turkmenistan parte un po’ a suo piacimento. Quindi capiremo quando arriviamo». La pianificazione minima del viaggio ha richiesto alcune azioni che, ancora prima della partenza, arricchiscono già l’album degli aneddoti: «Ufficialmente il Turkmenistan è una repubblica presidenziale, ma di fatto è una dittatura e per entrare serve l’invito del dittatore. Abbiamo mandato una email spiegando le ragioni e abbiamo ricevuto una lettera ufficiale. Alla dogana ci faranno il visto e saremo scortati all’interno dello Stato senza possibilità di muoverci a nostro piacimento. Per fortuna il passaporto italiano è piuttosto forte a livello internazionale e questo facilita molto i nostri movimenti». Inizialmente l’idea era di usare la Peugeot 208 di Senni: «Pensavo fosse in ottime condizioni, ma quando l’abbiamo fatta vedere a un meccanico ci ha detto che ci saremmo dovuti portare dietro una quantità indescrivibile di olio motore per il suo consumo». L’acquisto del mezzo di trasporto quindi è andato in porto con poche indicazioni oltre ai paletti del regolamento: «Più vecchia è l’auto e meno elettronica c’è che può rompersi quindi è più facile trovare qualcuno capace di ripararla. Difficilmente potremo farlo noi che non abbiamo grandi competenze di motori». La scelta è caduta su una Toyota Yaris «perché è molto diffusa nelle zone che attraverseremo e questo dovrebbe facilitare il reperimento dei pezzi di ricambio». La vettura è stata ribattezza “La Fogna” e sulla carrozzeria potrà esserci l’adesivo di chiunque ha contribuito alla raccolta fondi: «Un amico ci ha chiesto di attaccare lo stemma del Catanzaro perché è un tifoso della squadra». Un intervento drastico sulla vettura ha tagliato il divano sedile posteriore per aumentare la capacità del bagagliaio. E un portapacchi sul tetto completa la portata. «Partiremo con due taniche da 5 litri di benzina, olio motore, un po’ di attrezzi per le riparazioni, pneumatici, acqua e un po’ di scorta di cibo». Il piano prevede di pernottare dove capita: «Abbiamo delle tende e siamo pronti a campeggiare, ma contiamo di trovare qualche alberghetto o anche ospiti nei villaggi. Cercheremo di sdebitarci portando qualche giocattolo ai bambini». Il viaggio di rientro partirà da Almaty, in Kazakistan: c’è un volo per l’Estonia su cui verranno imbarcate anche le auto. «A quel punto decideremo se lasciare “la Fogna” lì oppure guidarla fino a casa». Total2 0 0 2 Forse può interessarti... In una settimana registrati 443 accessi al nuovo Cau di Ravenna A Ravenna una serie di eventi per la Giornata mondiale del rifugiato I baby calciatori del Ravenna Fc a scuola di educazione stradale Seguici su Telegram e resta aggiornato