Impresa Lugo, al lavoro per il bis: «Si può giocare anche solo con i giovani»

Il presidente Rossi progetta un’altra salvezza in Serie B. Orva non sarà sponsor, confermati coach Galetti e capitan Seravalli: «Metteremo in rosa ragazzi del 1999 e del 2000». E il vivaio conta 250 tesserati

LugobasketUna delle piccole, grandi, “imprese” sportive della stagione da poco conclusa è stata realizzata a Lugo, sponda basket, con una salvezza che ha quasi del miracoloso. Partita da neo-promossa, con un roster in maggior parte giovanissimo e con il proprio “uomo-faro” fuori causa nel momento clou del campionato, l’Orva è infatti riuscita a conquistare la permanenza in Serie B al termine di un percorso di enorme sofferenza ma anche di gioia indescrivibile, chiuso con la vittoria nei playout contro un avversario di buon livello come Rimini.

Se dalla panchina l’artefice di questa impresa è stato il coach Gianluigi Galetti, confermato anche per la prossima stagione, dalla scrivania l’architetto che ha costruito questo piccolo “gioiello” è stato il presidente Giuseppe Rossi, che da più di vent’anni è il dirigente numero uno della società bianco-verde. «La salvezza – inizia a raccontare – è stata il frutto di una stagione caratterizzata da alti e bassi. Non abbiamo cominciato benissimo, ma strada facendo i ragazzi sono riusciti a calarsi al meglio nella categoria scalando posizioni in classifica, avvicinandosi addirittura alla zona playoff, con la speranza di tagliare in anticipo il traguardo. A gennaio, però, si è infortunato capitan Seravalli e tutto è diventato più complicato. Abbiamo perso dieci gare di fila e ci siamo ritrovati nei playout da sfavoriti. Per fortuna il gruppo si è rinsaldato nel momento giusto ed è riuscito a battere Rimini in entrambi i match, chiudendo l’avventura con un finale entusiasmante».

L’Orva ha chiuso il rapporto di sponsorizzazione. Riuscirete a difendere in campo la Serie B?
«L’azienda ha deciso di fermarsi per un anno, ma in futuro con ogni probabilità tornerà ad affiancarci. Da parte nostra c’è stato un momento di riflessione, terminato con la decisione di andare avanti in questa categoria. È chiaro che avremo un budget ancor più limitato, ma possiamo contare su uno zoccolo duro di “amici” che ci consente di ripartire con una certa tranquillità».

Con quali prospettive ripartite?
«Con quelle di puntare sui giovani. Non abbiamo altre possibilità. Alle partite ci seguono 300-400 persone, il campionato che stiamo disputando è il massimo per una piazza come Lugo. Alle società che ci prestano i loro talenti, però, noi diamo la garanzia di farli giocare per davvero e quindi valorizzarli. In rosa inseriremo degli elementi del ’99 e del 2000 in continuità con la nostra filosofia che ci ha permesso di essere premiati dalla federazione come la realtà che ha utilizzato più Under nel girone».

Quindi non si cerca di salire di un ulteriore gradino?
«A Lugo c’è una bella tradizione, fatta di tanta di Serie B. Non siamo mai retrocessi e quando siamo scesi di categoria lo abbiamo fatto solo per nostra scelta. Non avrebbe poi senso utilizzare risorse maggiori per puntare a un quinto posto. Meglio arrivare dodicesimi, ma essere sani dal punto di vista economico».

Da dove riparte la squadra della prossima stagione?
«Innanzitutto dal tecnico Galetti, che anche quest’anno ha svolto un ottimo lavoro, rispettando in pieno il suo compito di valorizzare al meglio i giovani. Per il mercato, invece, è ancora presto per parlare. Adesso stanno operando le società grosse, noi inizieremo a costruire il roster verso metà luglio. Chi viene da noi, però, sa che viene pagato: pochi soldi, ma sicuri».

Qualche conferma tra i giocatori?
«Sì, capitan Seravalli, che sarà il punto di riferimento per i ragazzi. Poi dovrebbero restare Rubbini (trasferitosi però in questi giorni al Basket Ravenna, ndr) e Galassi, giovani ma già con un anno di esperienza alle spalle. Il resto è tutto da inventare».

Ci sarà qualche inserimento dal settore giovanile?
«Il vivaio per noi è la cosa più importante, la nostra base. Se non ci fosse, non avrebbe senso il nostro lavoro, perché diamo anche un servizio sociale alla città. Abbiamo 250 tesserati, tra cui anche un gruppo di ragazze Under 18. Copriamo tutte le categorie di età e veniamo da una buona stagione, con risultati soddisfacenti. Speriamo un giorno di lanciare qualche nostro baby in prima squadra, ma la vedo dura. Quando sono bravi, vanno via subito, e non riescono a finire la trafila, come è successo di recente quando due giovanissimi sono andati alla Virtus Bologna».

Come sarà la prossima Serie B?
«Durissima, anche perché ci sarà una retrocessione in più. Ci prepariamo per un campionato con il coltello tra i denti. Dobbiamo cercare di mantenere il nostro campo più inviolato possibile, facendolo diventare un fortino quasi inespugnabile. Si può vincere anche solo con i giovani, ma non diciamolo troppo in giro…».

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