Capire il conflitto israeliano-palestinese leggendo i loro scrittori

Nel dibattito pubblico si parla delle guerre facendo il tifo, come se si trattasse di partite di calcio. Ignorando completamente la storia dei popoli e dei paesi coinvolti nel conflitto. Semplificando fino alla più demenziale banalizzazione vicende molto complesse.
Ci sono alcuni che parlano e commentano il conflitto israeliano-palestinese come se fosse scoppiato pochi mesi fa. Ignorando, o facendo finta di ignorare, che la storia di sangue di quella terra ha radici antiche.
Più ancora dei saggi di storia credo che il sentimento di angoscia e tensione che da sempre si respira in Israele e in Palestina sia stato raccontato magistralmente nei romanzi degli scrittori che vivono quella dura realtà, a prescindere dalla loro religione e nazionalità.

Grossman A Un Cerbiatto...Vorrei dunque citare alcuni titoli che secondo me possono far respirare l’aria di quei paesi. Inizierei con David Grossman, che in guerra ha perso un figlio. Nel suo romanzo A un cerbiatto somiglia il mio amore (Mondadori) racconta indirettamente proprio il suo lutto. Il romanzo è ambientato in Israele durante la guerra dei Sei Giorni. Avram, Orah e Ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un ospedale di Gerusalemme. Fra i tre ragazzi nasce un’amicizia che si trasformerà, molto tempo dopo, nell’amore e nel matrimonio tra Orah e Ilan. Dopo trentasei anni, Orah è una donna separata, madre di due figli, Adam e Ofer. Quest’ultimo, militare di leva, accetta di partecipare a un’incursione in Cisgiordania. Preda di un oscuro presentimento, Orah decide di abbandonare tutto e partire, per non essere presente quando gli ufficiali dell’esercito verranno a darle la notizia della morte del figlio.

Ci sono poi i romanzi di Eskhol Nevo, che trattano storie di vita quotidiana, sul cui sfondo c’è sempre l’ombra oscura del conflitto. Poi c’è Edgar Keret i cui racconti riescono ad essere ironici e divertenti, pur parlando di situazioni drammatiche, come gli attentati o i raid. In modo simile il fumettista Asaf Hanuka racconta la sua vita coniugale in un paese in eterno conflitto in K.O. a Tel Aviv.

Haniuka KO Tel AvivOgni mattina a Jenin di Susan Abulhawa invece è la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di “senza patria”. Come non citare infine il poeta Mahmud Darwish che in Diario di ordinaria tristezza (1973) ripercorre il tempo che precede la scelta dell’esilio, gli arresti domiciliari, gli interrogatori degli ufficiali israeliani e il carcere.

Quella della Terra Santa è storia amara e cruda, che scrittori israeliani e palestinesi hanno da sempre raccontato con lo sguardo lucido di chi ha visto nella pace una speranza, che troppo spesso è sembrata impossibile da raggiungere.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24