Letteratura: una non-classifica delle uscite del 2023

Baricco AbelStilare classifiche è una cosa di moda, alla fine dell’anno. Una tradizione per mettere ordine alla memoria. Credo però che con i libri non si possa fare, perché ne escono molti e non è possibile leggerne abbastanza per farla con onestà.

Posso però segnalarvi alcuni libri che mi sono piaciuti molto. Inizierei sicuramente con il doppio romanzo di addio di Cormac McCarthy. Il passeggero e Stella Maris (Einaudi, traduzione di Maurizia Balmelli) sono due romanzi in dialogo tra loro che possono essere letti come un’unica opera. Romanzi bizzarri e ambiziosi, dove non tutto è comprensibile e in cui c’è una forte presenza della scienza. È un grande romanzo post moderno che inizia come un thriller e poi prende una piega inaspettata. Nelle prime pagine il sommozzatore Bobby Western riceve l’incarico di ritrovare nelle profondità delle acque della baia del Mississippi, il relitto di un velivolo precipitato. L’uomo ritrova l’aereo che risulta misteriosamente intatto. La scatola nera è scomparsa e con essa uno dei passeggeri, mentre tutti gli altri vengono ritrovati cadaveri. Questo l’inizio della trama, ma poi le cose non procedono in maniera lineare, e ci sono molti dialoghi bellissimi totalmente fuori contesto, e rendono il tutto ancora più irrequieto. Il romanzo arriva 16 anni dopo La strada ed è il testamento di McCarthy che è morto tra l’uscita del primo e del secondo volume. Un’opera testamento che mi ha ricordato la consapevolezza della propria fine di Blackstar, album-testamento di David Bowie.

Un altro ritorno mi ha molto colpito, quello di Alessandro Baricco, tornato al romanzo dopo 9 anni con Abel (Feltrinelli) un western metafisico. Un romanzo arguto e completamente alieno al panorama letterario attuale, come se venisse da un altro pianeta. Non c’è nessun elemento dei tratti tipici della letteratura europea degli ultimi dieci anni, e, forse proprio per questo, risulta molto brillante. C’è il far west, le pistole, ma anche la non linearità del tempo e quel tratto poetico e un po’ sopra le righe che è il tratto caratteristico di Baricco.

C’è poi l’opera gigantesca (anche a numero di pagine) di Olga Tokarczuk, I libri di Jakub (Bompiani, traduzione di Ludmilla Ryba e Barbara Delfino), di cui ho già parlato in queste pagine, ma che non si poteva non citare.

Poi facendo una veloce carrellata: Il mondo e tutto ciò che contiene (Crocetti) dello slavo Alexander Hemon, L’ospite (Einaudi) di Emma Cline, Baumgartner (Einaudi) del grandissimo Paul Auster, Gli ultimi giorni di Roger Federer (il Saggiatore) di Geoff Dyer e La vita altrove (La Nuova Frontiera) di Guadalupe Nettel. Libri di cui, magari, vi parlerò nelle prossime rubriche.

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