Riscopriamo Marco Polo e “Il Milione”

Polo

Iniziamo così: Il Milione di Marco Polo non si intitola Il Milione e non l’ha scritto Marco Polo. Compie settecento anni un libro molto particolare, a cui sono state tributate nei secoli molte attenzioni, e molte disattenzioni. Viene festeggiato con diverse pubblicazioni, tra cui una nuova traduzione da parte di Giordano Tedoldi edita da Marsilio. Sto parlando de Il Milione di Marco Polo.

Libro composto di libri e frutto di infiniti fraintendimenti, tra cui per primo quello sul titolo. Marco Polo lo aveva chiamato Divisament dou monde, ovvero “La descrizione del mondo”. Il nome con cui è passato alla storia è dovuto alla storpiatura del nomignolo della famiglia dei Polo che erano detti gli Emilione, forse discendenti di un Emilio di una certa stazza. Emilione poi è stato storpiato in Il Milione, ed è diventato quel che ci sembra più un numero che non un soprannome. Ma tant’è. Dettato da un carcere genovese da Marco Polo a uno dei primi ghost writer della storia: Rustichello da Pisa, già autore di diversi romanzi cavallereschi ormai perduti nella memoria del tempo.

Così un avventuriero veneziano semi analfabeta con una grande vita alle spalle e uno scrittore toscano senza nulla di interessante da dire si ritrovarono per caso a condividere la sventura nelle carceri di Palazzo San Giorgio a Genova. Siamo negli stessi anni in cui Dante veniva inseguito per l’Italia dai suoi aguzzini per essere condannato a morte. Insomma anni duri per i letterati, ma anche (e forse proprio per questo) anni incredibili e irripetibili per la letteratura nostrana. E c’è ancora chi parla del Medioevo come secoli bui!
Il libro, inoltre, nella sua prima edizione, fu scritto in francese, considerata una lingua più spendibile e comprensibile di uno dei tanti italiani in circolazione (poi fu lo stesso Rustichello a riscriverlo in toscano).

Il Milione è il capostipite della letteratura di viaggio. È il primo sguardo verso l’estremo oriente che arriva con tutta la sua carica di esotismo e meraviglia. Curioso inoltre come il racconto (o decise Rustichello?) contiene in sé aspetti molto fantastici, come la presenza di unicorni e altre strane creature. Il motivo? Nessuno avrebbe creduto che nell’oriente così lontano e su cui c’era una forte tradizione di stereotipi e leggende, non vivesse almeno un unicorno o qualcosa di inspiegabile nessuno gli avrebbe creduto!

PS: tra le tante nuove uscite su Marco Polo vi segnalo Le Venezie di Marco Polo. Storia di un mercante e delle sue città (Il Mulino) di Ermanno Orlando, tra le biografie pubblicate negli anni le mie preferite rimangono: Marco Polo: Viaggio ai confini del Medioevo (Mondadori) di Giulio Busi e quella più letteraria degli anni ‘30 Marco Polo (Quodlibet) del russo Viktor Šklovskij.

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