132 – Le notturne luci del Mausoleo di Galla Placidia

Mausoleo Galla Placidia RavennaInnumerevoli volte, le architetture e i mosaici dei monumenti ravennati di V e VI secolo hanno ispirato sublimi pagine di storia dell’arte, cariche d’intensi sguardi poetici. Il cosiddetto Mausoleo di Galla Placidia, con le sue «notturne luci», è stato certamente – e lo è tuttora – fonte di immaginifiche visioni. Tra le più delicate ed espressive narrazioni va certamente annoverata quella del grande storico d’arte Adolfo Venturi che nel 1924 ne L’arte italiana. Disegno storico – pubblicato da Nicola Zanichelli – così commentava uno dei più celebri monumenti di tutti i tempi: «Fastosa cromia romana, studio di effetti a distanza nella distribuzione delle tessere musive, grandiosità di atteggiamenti scultorii appaiono nelle lunette del Mausoleo ravennate di Galla Placidia, sotto il magnifico firmamento notturno della cupola palpitante di stelle, rota entro rota attorno al segno trionfale della croce. La fiamma del rogo, nella lunetta di San Lorenzo, sembra riflettersi nelle tinte dei musaici circostanti, dove le forme, svigorite dalla ricchezza cromatica, riconducono il pensiero alle catacombe romane, mentre più morbidi e opachi colori si fondono nel pannello del Buon Pastore, classico per la composta forma e la misurata distribuzione degli elementi entro lo spazio. E la notte accumula gli splendori delle sue fiamme nel firmamento azzurro della cupola, la neve presta i suoi complessi fiori per trapungere di stelle, di dischi, di corolle geometriche, il panno cupo delle volte».

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