166 – Dante «Cristiano cattolico, apostolico, romano»

166 Dante RidimensionataNel 1896 Ferdinando Savini, canonico del Duomo di Ravenna nonché rettore e prefetto degli studi del Seminario Arcivescovile, dava alle stampe un volumetto dal titolo Dante. Maestro al popolo italiano nel quale, in aperta polemica con il mondo della cultura laica che celebrava Dante Alighieri in chiave anticlericale, rileggeva la sua figura e la sua opera riconoscendo in lui un Poeta e un Missionario.
Nella prefazione – intitolata argutamente «Per intenderci» – Savini lamentava come «i documenti e il libro del sommo Poeta» fossero «retaggio delle scuole e dei dotti» e di come nelle scuole si impartisse una lettura quanto mai parziale della sua figura: alle elementari «Egli figura lì con qualche galantuomo e con altri: e i fanciulli imparano che fu un gran genio, uno degno di stare con Cavour, Mazzini e Garibaldi», mentre agli studenti del ginnasio veniva insegnato che «la Rivoluzione ha in lui un gran partigiano, il Papato un gran nemico».
Gli studenti del Liceo, a cui Dante rivelava i suoi segreti, potevano dire «Quanto […] sono balordi e sleali certi Cattolici, che hanno il coraggio di dirlo: Il nostro Dante».
L’autore prometteva di mostrare chi fosse veramente l’Alighieri e concludendo così ammoniva il lettore: «Se poi avvenga mai, o amico, che leggendo qualche commento del suo Poema o qualche altro libro, tu senta di dubitare che egli sia un buon cristiano; disprezza il tuo dubbio, e dì, senza timore di essere smentito: Dante Alighieri è un cristiano cattolico, apostolico, romano».

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