58 – Il nipote di Isacio

Nipote Di IsacioTra le iscrizioni funerarie conservate a Ravenna quella del piccolo Gregorio, nipote dell’esarca Isacio, è certamente tra le più poetiche e commoventi.
L’iscrizione è databile al VII secolo – entro il 643, anno della morte di Isacio – e, stando a quanto riporta lo Spreti, proviene dalla chiesa di San Mauro a Comacchio: «Il Cavalier Luca Danesi Ravennate Architetto di Ferrara, trovò a Comacchio le seguente Greca Iscrizione, posta credesi da Isacio al Cadavere d’un suo Nipote. Il tenore delli primi sei versi, perché corrosi dal vorace dente del tempo, e mancanti, come si può pronosticare, era il seguente, quello degli ultimi è chiarissimo».
La lastra fu trasferita a Ravenna nel Lapidario Farsetti, noto anche come Museo Arcivescovile.
Il testo, scritto in greco e inciso con grande accuratezza ed eleganza, è formato da undici versi, un numero che potrebbe corrispondere all’età del giovane defunto: «Mentre il corpo si trova nella tomba sotto terra, l’anima vola verso Dio poiché desidera la luce eterna che tutto illumina, essendo sfuggita alla sporcizia del peccato. Gregorio era infatti un fanciullo che aveva quasi undici anni, semplice, nobile d’animo, dolcissimo. Isaacio, che ha dimostrato di essere un grande esarco delle armate italiche per le (proprie) imprese, lo ha pianto amaramente dal profondo del cuore poiché era suo zio dalla parte paterna, ma provava per lui l’affetto di un padre».
Traduzione di Francesca Fiori, immagine tratta dal testo di Desiderio Spreti, XVIII secolo.

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