La vita vera e la politica dei partitini

 

Le elezioni regionali appena concluse hanno espresso diverse sentenze: la prima è che non è andato a votare nemmeno un elettore su due. Con la conseguenza che il presidente eletto è stato scelto da poco più di 1 persona su 4 aventi diritto di voto. Tra quelli che si sono recati alle urne, poi, va segnalato come 1 milione di persone abbia votato per due soli partiti (il Pd e Fratelli d’Italia), mentre gli altri 9 simboli sulla scheda si sono dovuti dividere solo i restanti 600mila voti. Con risultati a dir poco fallimentari (nessuno è riuscito ad arrivare al 6 percento). Ne citiamo uno per tutti: la lista dei “riformisti” Futura che all’interno del proprio logo aveva ben quattro simboli di partiti (Azione, Psi, +Europa e Pri) costretti a dividersi la miseria di 25mila voti in tutta la regione, pari all’1,72 percento delle preferenze. Ci fosse stato anche quello di Italia Viva magari si poteva arrivare quasi al 3, che è poi quello (o poco più) che ha preso il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che Italia Viva non l’aveva voluta in coalizione, scatenando l’inferno nel dibattito politico per diversi giorni. Un dibattito che oggi appare ancora più surreale, mentre ci rendiamo conto di quanto la vita vera sia sempre più distante dalla politica dei (piccoli) partiti…

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