“A chi appartiene la notte”, romanzo complicato e affascinante

A Chi Appartiene La Notte Fogli«La verità non ha sempre una spiegazione immediata […] quello che si vede e quello che è vero non sono sempre la stessa cosa»: questa frase racchiude la traccia principale di A chi appartiene la notte, nuovo, poderoso romanzo di Patrick Fogli (Baldini+Castoldi). Lo stesso titolo, un’affermazione secca e a prima vista apodittica, nasconde una trappola: il soggetto infatti resta “sospeso” anche alla fine delle quasi cinquecento pagine di narrazione.
La struttura è quella di un “nero”, raffinato e complesso, con tre punti di vista, anche se si svolge nel complesso in terza persona. Una giornalista televisiva celebre, Irene Fontana, nella sua guerra contro malaffare e scandali, viene travolta da un’inchiesta “avvelenata”. Lascia quindi la professione e si ritira in collina, fra mucche e terreni da coltivare. Anche se continua a cacciare “bufale” giornalistiche.
Vive poco distante dalla Pietra di Bismantova, rupe ammantata di leggende, citata nel Purgatorio dantesco. Da quello scoglio che svetta su un mare di alberi, una notte precipita un ragazzo, Filippo; la madre non crede al suicidio e chiede aiuto a Irene. Che, un passo e una sofferenza alla volta, scopre un mondo nascosto dove i corpi non sono che merce da vendere e acquistare.
Un noir, appunto. Non fosse che Patrick innesta in questa discesa agli inferi di uomini bestiali, anche mostri veri, con un omaggio diretto e dichiarato al maestro di Providence, Howard P. Lovecraft, e ai suoi Antichi. Cosa succederebbe se le creature di Cthulhu dilagassero sulla terra e stringessero patti con alcuni umani? E se un padre tentasse poi di ingannarli?
La miscela è esplosiva; e ogni azione ha due spiegazioni possibili, una scientifica e un’altra immaginifica; quasi ci si trovasse di fronte alla proiezione nelle cose dei due protagonisti degli X-Files, Dana Scully e Fox Mulder. Così i brividi continuano.
Ma A chi appartiene la notte parla anche – forse soprattutto – di rapporti familiari, di affetti, di preoccupazioni; del rapporto con la morte, seduttrice che porge la mano e può anche risolvere, piuttosto che chiudere una storia.
Dopo l’insuperabile Io sono Alfa, sul terrorismo senza senso e, per questo, devastante, Patrick Fogli propone un romanzo complicato come un tappeto, ma dall’impatto affascinante proprio per i colori dei suoi fili. Che riesce a riannodare uno dopo l’altro, riportando quel piccolo mondo sull’Appennino al proprio ordine. Così il bene trionfa sul male.
O forse è, ancora, questione di punti di vista.

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