Come nacque davvero Frankestein nel libro affascinante e doloroso di Lita Judge

Mary E Il Mostro Cover«Il mio cuore era fatto per essere sensibile all’amore e alla comprensione, e quando fu sviato, dalla sofferenza, al male e all’odio, non ha sopportato la violenza del cambiamento senza una tortura che tu neanche puoi immaginare».
Ecco uno fra gli ultimi capoversi di Frankenstein, straordinario romanzo di fantascienza, prima ancora che horror (se mai lo è stato…), la cui prima edizione ha appena compiuto due secoli di vita.

Mary Wollstonecraft Godwin, poi Shelley dopo il matrimonio con il poeta Percy Bysshe, lo pubblica infatti anonimo nel gennaio 1818. Un romanzo citatissimo, trasportato in vario modo al cinema per una settantina di volte e in grado di ispirare 30 romanzi e una serie infinita di fumetti. Letto però pochissimo e con un’attenzione quasi inesistente per la vita dell’autrice e per il percorso che la portò a scriverlo. Certo, (quasi) tutti ricordano la notte tempestosa a villa Diodati, durante la quale Mary, il marito Percy, lord Byron e il medico Polidori si dedicarono alle “storie di paura”. Ma quell’episodio viene raccontato in versione “mito”, fuori contesto e senza alcun riferimento vero ai protagonisti.

Oggi invece si può ricostruire con precisione quella vicenda e come vennero creati il dottor Frankenstein e la sua creatura, anche grazie a una specie di biografia in forma poetica, con straordinarie illustrazioni, firmata da Lita Judge: Mary e il mostro. Amore e ribellione. Come Mary Shelley creò Frankenstein (edizioni Il Castoro, traduzione di Rossella Ber­nascone). Nata in Alaska, autrice e illustratrice, Lita ha composto un libro affascinante e doloroso, nel quale segue la travagliato vita di Mary, scappata di casa ancora adolescente, incinta, rinnegata dalla famiglia e dalla società, che perderà quello e altri figli, spesso nell’assoluta in­differenza del marito, poeta eccellente ma uomo quanto meno deprecabile.

Ogni pagina fonde acquerelli realizzati con tutte le gradazioni del nero a brani in forma di poema epico; in molti punti è la stessa creatura a raccontare, in altre Mary, in un’alternanza che aggiunge significato alla storia e chiarisce i rapporti fra i protagonisti.
Insomma, un libro indispensabile per capire il clima culturale di inizio Ottocento e le qualità di un’autrice che si dovrebbe leggere a scuola. Non resta che ringraziare Lita Judge, per il regalo che ha fatto a tutti i lettori che vorranno scoprirne l’arte.

Ps.: Attenzione, qualche libreria cataloga Mary e il mostro nell’editoria per bambini, forse perché l’editore lo consiglia dai 14 anni. Mah…

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