Un gioiello unico, omaggio alla scrittura, firmato Hugo Hamilton

Tra Le Pagine HamiltonLa sera del 10 maggio 1933, un mercoledì, in quasi tutte le città universitarie tedesche gli studenti di destra bruciano in piazza oltre 25mila libri. A Berlino il rogo è allestito in Opernplatz e Joseph Goebbels sbraita: «No alla decadenza morale e alla corruzione! Sì alla decenza e all’etica della famiglia e dello Stato! Io consegno alle fiamme gli scritti di Heinrich Mann, Ernst Gläser ed Erich Kästner».
Durante quell’inizio di abominio qualcuno salva una copia de La ribellione, romanzo di Joseph Roth che narra la storia del suonatore d’organetto Andreas Pum. Di mano in mano il piccolo libro, forse il più aspro dello scrittore ebreo austriaco, arriva a Lena Knecht, artista di origine tedesca che vive a New York. Lena trova nelle ultime pagine bianche del volume una specie di cartina, quasi una mappa del tesoro; decide così di andare a scoprire di cosa si tratti, approfittando del fatto che una sua amica gallerista vive proprio a Berlino.

Questo è lo spunto del romanzo Tra le pagine di Hugo Hamilton (Einaudi, traduzione di Marco Rossari) ed già di per sé affascinante; ma se si considera come gran parte della narrazione sia proposta con il punto di vista del libro, è facile capire come una volta iniziato a leggere non si possa più smettere.

«Eccomi qua, infilato in un bagaglio a mano, trasportato per l’aeroporto JFK. La proprietaria è Lena Knecht. Mi porta a casa. Di nuovo a Berlino, la città dove sono stato scritto». È dunque la storia di un viaggio a ritroso, nel tempo e nello spazio, che comprende in parallelo stralci impietosi della vita da esule di Joseph Roth e del suo rapporto con la moglie Friedl Reichel; la giovane donna finisce in manicomio, per poi essere deportata e uccisa dai nazisti mentre il marito riesce a fuggire a Parigi, quando Hitler sale al potere. Ed è la storia di Lena e dei suoi incontri in Germania, compresa la passione per un profugo ceceno, che ha una sorella musicista, rimasta senza una gamba sotto le bombe russe.

Tra le pagine è uno straordinario omaggio all’essenza dello scrivere e ai libri, al rapporto fra letteratura e realtà, ai sentimenti; una dichiarazione d’amore proposta con una scrittura freschissima, che gioca con le convenzioni grafiche (i dialoghi scorrono nel testo, ma sono sempre chiari e riconoscibili, a differenza di altri, troppi casi) e rispetta anche le strutture della letteratura di genere, dal fantastico al thriller: ci sono colpi di scena che “fanno mangiare la polvere” a molti autori di noir, italiani e non solo.

Un piccolo gioiello di uno scrittore di grande eleganza, poco conosciuto in Italia e che va scoperto. Hugo Hamilton, padre irlandese e madre tedesca, si chima in verità Johannes Ó hUrmoltaigh e ha adotato lo pseudonimo quando ha cominciato a fare il giornalista.

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