La “festa della balena” in uno dei migliori romanzi degli ultimi mesi Seguici su Telegram e resta aggiornato Nel microscopico villaggio di St. Piran, in Cornovaglia, ogni Natale si celebra la Festa della Balena. È una tradizione recente, ha solo qualche decina d’anni, eppure i contorni della storia possiedono le caratteristiche della leggenda. Una storia che parla di come un uomo, arrivato nudo a cavalcioni di un cetaceo gigantesco, abbia salvato i trecento abitanti del villaggio proprio dall’estinzione. Il romanzo La balena alla fine del mondo di John Ironmonger (Bollati Boringhieri) è fra i migliori letti negli ultimi mesi. Ci sono tensione e poesia; realtà e fantastico viaggiano sotto braccio; poi, quando si scopre che la prima pubblicazione risale al 2015, si sente un brivido in più e l’ammirazione per la visionarietà (o “preveggenza”) dell’autore cresce a dismisura. Perché la “sua” apocalisse, quella che il protagonista Joe Haak riesce a sventare, è una tremenda epidemia che nei primi sintomi assomiglia all’influenza e poi non dà scampo, o quasi. Facile capire, quindi, perché il romanzo sia stato pubblicato a fine 2021… Un paio di informazioni in più: Joe è un analista finanziario della City: “vede” l’andamento dell’economia con quel lievissimo anticipo che consente di portare a segno speculazioni molto redditizie. Passo dopo passo crea un programma (Cassie) che estrapola dati da tutto il mondo, li elabora e consente di fare investimenti impensabili, sempre prima degli altri. Ma in un’occasione qualcosa pare non funzionare, l’agenzia in cui opera Joe è sull’orlo del baratro e il giovane scappa, per non affrontare le conseguenze. Arriva così nella sperduta St. Piran; senza rendersene conto si sveste ed entra in mare, sviene e annegherebbe se non fosse tratto in salvo da alcuni abitanti. In realtà a spingerlo a riva, dove viene recuperato e curato, è un leviatano fiabesco; lo stesso che qualche giorno dopo rischia di morire, spiaggiato da una burrasca. Joe chiama a raccolta gli abitanti: insieme riescono a rimetterlo in mare. La storia prende il via da questo punto e prosegue con la costruzione del microcosmo del villaggio (immaginario e che prende in nome dal santo protettore della Cornovaglia, Pyran o Pirano); racconta come ogni abitante partecipi alla salvezza “del mondo” e, soprattutto, contribuisca a ridare sorriso e speranza a Joe, insegnandogli a “unire i puntini” per capire il futuro; meglio di come faccia il suo programma d’analisi economica. John Ironmonger descrive uomini e donne con delicatezza e precisione, ricrea paesaggi, spiazza con colpi di scena “magici”; e porta alla luce l’essenza dei sentimenti, prima fra tutti la generosità. Infine fa capire che ci si può salvare (l’anima?) solo affidandosi alla natura e ai sogni. Grande. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Letti per voi