Il thriller convincente di un poliziotto vero

Chi l’ha detto che i delitti fioriscono solo nelle metropoli? Dovrebbe essere ormai assodato come sia proprio la provincia a “covare” la banalità del male e a scatenarlo. Lo raccontano, un po’ morbosamente e anche con altri fini (ma questo è un altro discorso…) quotidiani e programmi televisivi “di approfondimento” o d’inchiesta. E lo sa benissimo chi lavora in quelle realtà, impegnato appunto sul fronte della difesa dell’ordine pubblico, in piccoli paesi della pianura, sugli Appennini, lungo l’Adriatico.
Antonio FuscoCome Antonio Fusco, vice questore aggiunto, capo della Squadra Mobile di Pistoia, che ha esordito all’inizio dell’estate con un thriller edito da Giunti, Ogni giorno ha il suo male. Il suo romanzo porta in Toscana, per la precisione in Val d’Enza, fra dicembre e Capodanno: una terra civilissima e un periodo “da buoni”. Invece no, il protagonista, commissario Tommaso Casabona, si trova fra le mani il caso di un serial killer, che colpisce donne e predispone scene teatrali con i loro cadaveri, lascia segnali e lettere W misteriose, sfidando la polizia. Tutto normale, a pensarci bene: la Toscana ha visto uno fra i casi più celebri forse del mondo, quello del cosiddetto mostro di Firenze; quindi, un assassino seriale sta meglio qui che altrove.
Casabona, che ha un vissuto personale complicato e faticoso, trova la collaborazione di una bella collega romana, Cristina Belisario; e può contare su un vice siciliano davvero (e per fortuna) intraprendente. Riusciranno insieme a venire a capo del mistero, aiutandosi con le Scritture (il Vangelo di Matteo), per commentare quanto è avvenuto. “Ogni giorno ha il suo male”, appunto.
Antonio Fusco scrive con assoluta competenza investigativa. Convince con i dialoghi e con il ritmo narrativo e con l’architettura complessiva della vicenda, che divide il racconto in capitoli dedicati ai “piccoli torti” che qualcuno ha subito (e che ne ingenerano altri). E convince perché Casabona è un vero poliziotto italiano, con pregi e difetti concreti, e che capisce i limiti della legge e la differenza che questa ha con il significato della parola “giustizia”. Se dev’essere un personaggio “costante”, ben arrivato nel mondo dei commissari di polizia, da Maigret a Montalbano.
La colonna sonora è di tutto rispetto.

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