Lorenza Ghinelli e il vero “Dracula untold” della letteratura

Stirpe E Sangue GhinelliLa stirpe e il sangue (edizioni Bompiani) di Lorenza Ghinelli è il vero “Dracula untold” della letteratura. Se, in un mondo parallelo, Bram Stoker potesse leggere queste pagine prima di scrivere il proprio romanzo più celebre, cambierebbe il senso di uno fra i miti più potenti dell’immaginario, gotico e non solo. Ecco perché.

Siamo all’origine di quella storia, nel 1442, al centro delle guerre ottomano- ungheresi che mettono a ferro e fuoco il cuore dell’Europa. E, ieri come oggi, gli eserciti fanno scempio della popolazione, stuprano le donne e i loro figli, torturano e uccidono per il gusto di farlo. La società è, in ogni caso, nelle mani dei maschi e non c’è scampo per chi viene ritenuto debole; femmine e adolescenti sono trattati alla stregua, se non peggio, degli animali, e non importa se fanno parte della famiglia: si devono usare. Fino a quando i piccoli non avranno affilato a sufficienza i denti per divorare i vecchi. Diventati deboli, appunto.
Così, in un villaggio della Valacchia la giovane Maria, che ha già una figlia, Anna, mette alla luce Radu, un bimbo esile e che soffre di una rara forma di anemia. Madre e sorella scoprono che può sopravvivere solo bevendo sangue. Fra fughe e sofferenze, aiutate dai lupi più che dagli uomini, e stringendo sempre più il proprio legame affettivo, capiscono anche come la loro famiglia, allargata a una nonna “adottiva”, possa sopravvivere e vincere il male “attraverso” il sangue. Anche perché il male ha il volto dell’uomo, non del vampiro.

La dedica – Alle mie sorelle, di sangue e non. E agli esuli, tutti – è la chiave di lettura del romanzo e Lorenza Ghinelli porta i lettori verso quella commozione che può nascere solo attraverso la comprensione e l’empatia. Al di là dell’ambientazione storica (accurata e precisa), l’autrice offre un’altra variazione della propria analisi sugli adolescenti, descrive la fatica e il dolore che devono attraversare per crescere, qui amplificate dalla struttura narrativa della leggenda e nel rispetto dei canoni del gotico. Poi regala al lettore una meraviglia che illumina tutto quando fa “sentire” il calore della vicinanza e degli abbracci, che confermano quanto possano essere forti i legami di sangue, rafforzati dalla volontà di difendere i più deboli. Sarà il voivoda Vlad Dracul a diventare immortale e a innamorarsi di Mina, o spetterà a Radu portare il peso del tornare per sempre a vivere, dopo ogni morte che dovrà attraversare, restando però innocente?

Lorenza Ghinelli affida la risposta alla cometa di Halley, che spaventa il mondo in quel 1456, quando il bambino è diventato adolescente e attacca le proprie prede alla giugulare; e che tornerà a solcare il cielo solo nel 2061. È bello pensare che Radu sarà ancora qui, a guardarla passare, anche per noi.

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