Succedono cose tristi a Ravenna e dintorni

 

Succedono cose tristi a Ravenna e dintorni. Per esempio:

– A metà gennaio si presenta in streaming, non senza problemi tecnici, la lista civica Ora x Ravenna, con l’obiettivo di partecipare alle elezioni amministrative del prossimo ottobre. Quello era finalmente «il concretizzarsi di un impegno civile e politico» e la sua attuazione «non può essere rinviata», diceva ai tempi la presidente dell’associazione. Oggi, poco più di quattro mesi dopo, in un malinconico comunicato inviato alla stampa, Ora x Ravenna alza bandiera bianca, con la campagna elettorale che non è ancora praticamente iniziata: «Allo stato attuale riteniamo, con estrema onestà ed assoluta franchezza, che il gruppo non abbia raggiunto la maturità necessaria per impegnarsi direttamente in questa complessa tornata elettorale». Sul serio, avete mai letto niente di più triste?

– A Milano Marittima la stagione è iniziata con qualche rissa. Colpa della rabbia repressa durante la pandemia, dicono gli esperti. Ma niente paura, il sindaco è corso ai ripari, firmando un’ordinanza. Piuttosto incomprensibile, se non per il fatto che vieta la musica a palla, consentendo solo quella di sottofondo. Il risultato è che nel weekend successivo le risse sono state 12, con video sui social di ragazzi che cantano orgogliosamente la loro ubriachezza. Ora pare che sia stato annunciato un presidio mobile di polizia. Che il problema non fosse la musica?

– E la tristezza che ti assale quando sei il sindaco di Ravenna e fai di tutto per far ripartire in grande stile il terminal crociere di Porto Corsini e anche per instaurare rapporti con l’aeroporto di Forlì, ma poi realizzi meglio e pensi a quei cazzo di turisti costretti a percorrere su degli sfigatissimi bus navetta rispettivamente la Baiona e la Ravegnana? Inevitabile prenderla male, reagendo poi prendendotela con i camperisti, che dalla tua città possono pure andarsene, povery come sono…

– Una tristezza pari forse solo a quella di Matteo Renzi in questi giorni, che proprio dal suo Robertino Fagnani non se l’aspettava: ma come, alle elezioni davvero non ci sarà il simbolo di Italia Viva? Dopo tutte le Leopolde e lo sbattimento nell’ideare un simbolo rosa? Dopo essere pure venuto a lanciare la volata a De Pascale cinque anni fa? Neanche un simbolino in mezzo alla sua coalizione da trecentododici liste? Vergogna!

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