Chi sono i barbari che calano “brilli” sulle nostre spiagge?

Facciamo un passo indietro. Ora che siamo tutti più tranquilli per essere sopravvissuti al ponte del primo maggio, è giunto il momento di chiedersi cosa sia veramente successo a Marina la sera del 25 aprile.
Una domanda che suona forse vagamente inquietante e che pare celare uno di quei misteri tutti italiani, ma che potrebbe semplicemente aiutare a giudicare la vicenda con un minimo di distacco. E non con il solito trasporto emotivo del nostro sindaco, di chi rivuole la Marina di dieci anni fa (e lo scrive su facebook perché fa tanto figo) o di quelli che l’avevano detto ma che non sono stati ascoltati perché tanto il Comune non ascolta nessuno e, massì, tutela solo gli interessi delle coop rosse. Tutti coloro che hanno detto la loro in questi giorni, in pratica, sono partiti dall’assunto che il 25 aprile sia stato «un vero disastro», utilizzando le parole dello stesso Matteucci.
D’accordo allora. Settanta (s-e-t-t-a-n-t-a) pullman di giovani provenienti da un po’ tutta l’Emilia e diretti per il week-end a Marina di Ravenna sono considerati quindi dal sindaco di Ravenna un «disastro». Roba che se venissero a saperlo alcuni suoi colleghi di qualche Comune più “fortunato” verserebbero litri di lacrime. Il problema, però, quello di cui si è discusso per giorni, è che la maggior parte di questi giovani giunti a Marina per il week-end fosse completamente ubriaca. Tanto vero quanto da condannare, certo.
Ma, tornando alla domanda iniziale, cosa è “veramente” successo il 25 aprile? Feriti, incidenti stradali, violenze? Fortunatamente, niente di tutto questo. I piccoli barbari hanno sporcato, fatto pipì in pineta e, stando ad alcuni “scottanti” video che girano su Youtube, si sono esibiti – orrore – in alcuni cori dalla dubbia moralità. Ma allora che dire delle pasticche di Rimini o Riccione? Delle stragi del sabato sera sulle autostrade della Riviera? O, alzando decisamente il tiro, della tanto ambita Ibiza? Bene fa il sindaco a cercare di limitare gli eccessi, come tra l’altro avviene proprio a Ibiza, dove però nessuno osa mettere in discussione un modello che – piaccia o non piaccia – ha fatto la fortuna della località. Nessuno dice che per il bene di Marina si debba puntare tutto sullo sballo ma, per carità, la si smetta di parlare di happy hour analcolici.
Si pensi piuttosto ad adeguare non solo i controlli ma anche i servizi (da quelli igienici ai parcheggi e alla viabilità) all’afflusso di persone che, fortunatamente, ancora scelgono di trascorrere parte della loro estate a Marina di Ravenna.

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