Contro nudisti e transessuali… Arrivano i nostri!

Nudisti, transessuali, soldati e puttane. Pare quasi una canzone di Fabrizio De Andrè e invece sono i protagonisti di quest’ultimo scorcio di estate ravegnana. Passato il Ferragosto e le polemiche su Marina di Ravenna, detto tutto e il contrario di tutto su moschea e quartiere Sant’Agata, finita (almeno per il momento) la caccia ai venditori abusivi in spiaggia, è finalmente arrivato il momento di spararla grossa. A Lido di Classe, assicurano quelli del centrodestra guidati dal grande capo della segreteria del ministro La Russa, contro trans e prostitute serve l’intervento dell’esercito. Una proposta formulata in maniera talmente seria da far ancora più ridere. Primo perché è lecito pensare che i giovani soldati inviati durante l’estate in “missione” sulla Riviera possano presto diventare i primi clienti delle stesse prostitute che dovrebbero “combattere”. Secondo perché è davvero disarmante pensare che politici di professione, che spesso non fanno altro che i politici dalla mattina alla sera, al termine di un lavoro durato almeno tutta l’estate abbiano partorito una così grandiosa idea. Sono convinto che neppure loro siano convinti che l’esercito rappresenti la soluzione del problema, ma vuoi mettere l’effetto che fa un simile annuncio su un’opinione pubblica ormai sempre più affamata di strilli e “voglia di sicurezza”? Se comunque può essere condivisibile perlomeno cercare di risolvere il problema della prostituzione a Lido di Classe - tentando anche di capire come sia possibile che a lamentarsi siano in particolare gli stessi residenti che affittano regolarmente le proprie case ai viados - non si capisce invece a chi facciano paura i nudisti della Bassona. Non certo al presidente della Provincia Giangrandi, che pare abbia ammesso candidamente di aver frequentato in passato la discussa spiaggia per vedere le “donne nude”. Forse al sindaco Matteucci che, sprezzante del rischio di apparire agli occhi della gente sempre più bigotto, si è affrettato ad annunciare l’utilizzo della linea dura contro il naturismo. I nudisti, lo sappiamo, alla Bassona non potrebbero stare ma è indubbio che contribuiscano loro malgrado ad incrementare il turismo di Lido di Dante e di tutta la provincia. Una risorsa quindi, come lo è in tutta Europa, dove esistono un po’ ovunque aree attrezzate per ospitarli. Davvero qui in Romagna non è invece possibile trovare una soluzione? O quello della mancanza dei servizi igienici è semplicemente un alibi? Personalmente propendo per la seconda ipotesi, almeno fino a quando Matteucci non riuscirà a dimostrare il contrario, ovvero che su tutto il litorale ravennate non esiste un pezzetto di spiaggia in grado di accogliere gli amanti della tintarella integrale senza per questo infrangere la legge.

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