Cosa abbiamo capito grazie a questa emergenza

Ci sono cose che, non ci fosse stato il coronavirus, mica le avremmo sapute.

Tipo:

1. Che i ravennati sono un popolo di corridori. Nel senso che togligli tutto, ma non la possibilità di andare a correre per strada. O camminare. O semplicemente uscire di casa perché si sono rotti le palle: credo alla fine sia questo il segreto.

2. Che i nostri anziani vanno a fare la spesa di continuo. Altrimenti, visto che non corrono, non si capisce cosa cazzo fanno sempre in giro a qualsiasi ora del giorno mentre tutti noi invece dobbiamo restare chiusi in casa per proteggerli.

3. Che il sindaco di Castel Bolognese è il numero uno. Ha chiuso gli orti e i cimiteri facendo piuttosto esplicitamente capire ai vecchi che la devono smettere di uscire, zioporco, e poi si è messo a girare su una Panda con un megafono a urlare ai suoi concittadini che non devono uscire di casa. Ci mancava solo il bestemmione finale.

4. Che il numero di cani pro capite è uno dei più alti d’Italia. E ora i padroni, pur di uscire, pare raccolgano anche la cacca.

5. Che fumare e bere alcol fa male. Ebbene sì. Lo dicono gli psicologi. Ma fatevi i cazzi vostri, soprattutto in questo periodo.

6. Che, come tutti gli altri italiani d’altronde, i figli dei ravennati sono bravissimi a disegnare arcobaleni e in generale sono tutti sicuri che tutto andrà bene o che andrà bene tutto, mentre invece mi pare evidente ormai che tutto andrà male e lo sapete bene anche voi che continuate a fare quei minchia di arcobaleni.
Non ho poi ancora avuto il coraggio di uscire alle 18 in balcone perché ho paura di poter litigare a distanza col vicino se davvero dovesse iniziare a cantare o a suonare uno strumento. No, sul serio, ditemelo: lo state facendo davvero?

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