Destra e sinistra: qual è ancora la differenza?

Per quanto clamoroso, non credo valga davvero la pena commentare il caso del sindaco uscente di Russi, Pietro Vanicelli. Dovrebbe bastare enunciare il fatto nudo e crudo, ovvero che un sindaco di centrosinistra si sia candidato alle elezioni di fine mandato con il centrodestra, quindi di fatto contro se stesso e la maggioranza che lo ha sostenuto fino a poche settimane prima. Stop.
Ognuno, in un paese normale, trarrebbe le proprie conclusioni. Il merito di Vanicelli, però, è perlomeno quello di aver inconsapevolmente favorito una riflessione su quale sia oggi il vero significato di destra e sinistra, due concetti che lui stesso ha definito più volte superati, ottocenteschi. Anni di Berlusconismo, è indubbio, hanno infatti quasi svuotato di significato questi termini e creato alcuni paradossi come quello di un partito di estrazione popolare come la Lega schierato insieme agli ex (?) fascisti e uno invece, come l’Italia dei Valori, alleato del Pd nel centrosinistra, nonostante sia pervaso da valori giustizialisti storicamente più consoni all’ideologia di destra.
Eppure, con buona pace del signor B., di differenze tra destra e sinistra ce ne sono ancora. A partire dal modo di intendere il welfare, passando dalle politiche sull’immigrazione, sulla sicurezza e fino ad arrivare ai grandi temi etici. Differenze che un cittadino si aspetta di vedere anche, e soprattutto, a livello locale, dove si ha forse maggiore fiducia nei politici e i provvedimenti delle Amministrazioni hanno un effetto più immediato e tangibile.
A Ravenna, per esempio, la giunta Matteucci ha dimostrato che in alcuni campi è ancora possibile fare una politica di centrosinistra, penso al modo in cui è stata gestita la “grana” della moschea, consentendone la realizzazione in un periodo in cui una struttura del genere sembra essere ormai considerata da tutti come l’origine di ogni male. O all’istituzione di un’anagrafe delle coppie di fatto (seppur si sia trattato di un provvedimento più di facciata che altro), alle sferzate del sindaco nei confronti di Confindustria in particolare sul tema della sicurezza sul lavoro, fino ad arrivare alle nuove rette dei servizi dell’infanzia all’insegna di una - almeno teorica - equità nel pagamento.
Qualcosa, però, è anche andato storto. E per gli elettori di sinistra è stato quasi fastidioso dover assistere all’affannosa ricerca del consenso mediatico del sindaco sulla pelle dei poveracci, a colpi di ordinanza contro gli abusivi dei parcheggi o i titolari degli empori di via Candiano. In alcuni casi la repressione non può e non deve essere l?unica risposta. E se questa potrebbe sembrare tanto una frase un po’ troppo di sinistra, è bene ricordare al sindaco che sono ancora in molti, non solo Moretti, ad aspettarsi dai politici che in teoria dovrebbero rappresentarli un provvedimento, un’ordinanza, una frase, “qualcosa” di sinistra.

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