Finora ho capito già diverse cose, in questa campagna elettorale.
– Che non voterò Ravenna in Comune perché non credo sia ancora il momento di avere come sindaco un ex dirigente comunale in pensione che in lista presenta un ex assessore di Rifondazione Comunista.
– Che non voterò il Partito democratico perché è il Partito democratico, a Ravenna come a Roma nonostante quello che vogliono farvi credere.
– Che non voterò la Sinistra per Ravenna perché la sinistra non dovrebbe stare con il Partito democratico e perché la Sinistra che sta con il Partito democratico dopo che il resto della sinistra se ne è giustamente andata non so bene come definirla senza rischiare querele.
– Che non voterò la lista Insieme per Cambiare che appoggia il candidato del Partito democratico perché il mio modello non è Angelino Alfano.
– Che non voterò la lista di Amare Ravenna che appoggia il candidato del Partito democratico perché Daniele Perini è del Partito democratico e mi pare abbia fatto una lista solo per portare i voti di vecchi e disabili senza farsi troppi problemi.
– Che non voterò l’Italia dei Valori perché in realtà non credo esista più.
– Che non voterò la Lega Nord perché non sono razzista.
– Che non voterò Lista per Ravenna perché non sono democristiano e se lo fossi voterei il Partito democratico.
– Che non voterò Forza Italia nonostante Alberto Ancarani.
– Che non voterò Fratelli d’Italia perché non sono fascista.
– Che non voterò Michela Guerra perché senza il simbolo dei 5 Stelle non voglio partecipare a un suicidio di massa.
– Che non voterò per La Pigna perché in fondo in fondo ho paura che con Roccafiorita e Verlicchi assessori le cose potrebbero andare pure peggio.
– Che voterò con convinzione Gian Battista Neri, uno di noi, che lo fa per i nonni e gli piace pure Adinolfi. A meno che il Pri non cambi idea e rimetta in campo Giannantonio Mingozzi, chiedendo a De Pascale di confermarlo ancora vicesindaco. In quel caso, e solo in quel caso, il mio voto andrebbe ai repubblicani.