La chic Marinara: tutta bellina, pulita e in stato comatoso

Essendo per natura predisposto a fidarmi delle persone, e a maggior ragione di quelle che ricoprono incarichi pubblici, le dichiarazioni entusiastiche del nostro Sindaco e dell’assessore al Turismo del Comune delle scorse settimane mi hanno spinto più volte negli ultimi tempi ad addentrarmi nei meandri di quello che dovrebbe essere il più grande porto turistico dell’Adriatico. Per essere grande, in effetti, è grande. E giorno dopo giorno pare espandersi sempre di più, un po’ come l’inquietante “Blob”, il fluido mortale del film reso celebre da Enrico Ghezzi. In questo caso ad essere risucchiati sono però locali storici o distese sabbiose, vittime della legge del più forte, che autorizza le ruspe di Marinara a proseguire indisturbate la “colonizzazione” di Marina di Ravenna. Non è però la cementificazione selvaggia a infastidirmi in questa operazione. Posso assicurare che non sono tra quelli che ancora si disperano per l’effetto devastante che il porto turistico ha provocato sul paesaggio di Marina, quelli che ancora scuotono la testa con le foto in mano del “prima” e del “dopo”. No, anzi, a dire la verità a me le casette colorate di Marinara piacciono anche. Così come la torretta circolare sul mare e quelle finte palafitte in legno sopra le vetrine dei negozi. A disturbarmi è invece la logica che pare essere dietro all’operazione. Lasciando perdere le accuse di speculazione edilizia giunte da più parti, quello che mi fa paura è questa sorta di isolamento cui sembra essere destinato per vocazione il porto turistico. Un piccolo paradiso per gente ricca che pretende di vivere la propria vacanza tra propri simili possibilmente senza essere disturbata dalla comune plebaglia. Se davvero fosse così, sarebbe un peccato soprattutto per Marina che potrebbe davvero cogliere la palla al balzo per riqualificare la propria tristissima rete commerciale e veder nascere un nuovo “centro” in grado di competere con località più turistiche della Riviera. Niente è perduto, ovviamente, anche perché molto dipenderà da come saranno sfruttate le decine e decine di vetrine ancora sfitte. L’inizio, però, non è incoraggiante. Al momento Marinara si presenta con un bar dove l’acqua minerale costa quasi 2 euro a bottiglietta, alcuni negozi di abbigliamento e accessori nautici, un pub tuttora in costruzione ma con all’ingresso un cartello – forse scritto dai nostri ottimisti amministratori – su cui ancora oggi campeggia la scritta: “apertura giugno 2009”. Passeggiando tra barche, graziose villette e una piscina azzurrissima vietata agli estranei, ho come una vaga sensazione di deja vu: mi pare infatti di essere stato catapultato in quei lussuosi complessi residenziali spesso al centro dei romanzi del grande J.G. Ballard. Spero vivamente di aver preso una cantonata, anche perché in quei libri, poi, le cose non andavano a finire tanto bene.

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