Tra i testimonial della splendida Ravenna raccontata in seconda serata su Rai Tre da Concita De Gregorio c’era Josefa Idem.
Forse perché è stata una valente assessora comunale nella seconda giunta del sindaco Mercatali, prima di essere assunta per pochi giorni come segretaria nell’associazione sportiva dilettantistica presieduta dal marito con uno stipendio da duemila euro al mese. Assunzione che l’ha fatta finire a processo per truffa ai danni del Comune. Secondo l’accusa infatti fu un’assunzione fittizia perché Idem, appena concluso il primo mandato con Mercatali, sapeva già che avrebbe ottenuto il rinnovo dell’incarico nella prima giunta Matteucci poche settimane dopo (come in effetti avvenne il 10 giugno) e così andando in aspettativa dal lavoro di segretaria da quel momento i contributi previdenziali (all’Enpals, oggi Inps) non furono più a carico dell’associazione sportiva del marito ma dell’ente comunale. In totale 8.642 euro tra 2006 e 2007 perché a maggio di quell’anno Idem lasciò la giunta dedicandosi alla preparazione sportiva in vista delle Olimpiadi di Pechino 2008. Il processo si è però chiuso l’anno scorso con la prescrizione (il Comune aveva chiesto alla Idem quasi 18mila e 800 euro, tra contributi, interessi e danno d’immagine).
Nel frattempo il 28 aprile 2013 la nostra Josefa viene nominata ministro per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili nel Governo Letta (davvero c’è stato un governo Letta? A quanto pare sì) ma neanche il tempo di rendere orgogliosi i suoi concittadini che scoppia un caso imbarazzante, con la Idem che viene accusata di non aver pagato qualche anno di Ici e Imu e di irregolarità edilizie per aver di fatto censito una palestra per il fitness come abitazione e ristrutturato senza autorizzazione. Dopo circa due mesi di mandato, così, Idem si dimette.

Un orgoglio per Ravenna, Josefa Idem, che quindi continua a rappresentare la nostra città in tv. Peccato che queste storie in tv, l’altra sera nel programma della De Gregorio, non le abbiano ricordate. Si sono limitati a dirci che ora che finisce il mandato in Parlamento, Sefi è pronta a fare qualcosa di «finalmente utile». Bene.