Quando la verità non è quella che sembra

La realtà, a volte, non è quella che sembra. Per esempio.

– Locandine dei quotidiani fuori dalle edicole tuonano: «Un ravennate combatte in Donbass». Clamore, stupore, curiosità. Poi vai a leggere gli articoli di quegli stessi quotidiani: «[…] in Ucraina, e precisamente nel Donbass, nel 2016 (ma non è escluso che ci sia pure ora, considerate le sue affermazioni di pochi mesi fa) c’era anche Giuseppe Donini, 52enne originario di Casola Valsenio, dove vive ancora la sua famiglia, che conta una lunga esperienza tra le file dei volontari stranieri che da tempo si sono schierati a sostegno del Governo dell’Ucraina […]». O ancora: «[…] Non è facile risalire agli spostamenti recenti di Giuseppe Donini, il 52enne casolano da anni lontano da casa e impegnato in compagnie militari private su scenari di guerra: per lui esperienze in Africa (Uganda, Sudafrica) e in Medio Oriente e, soprattutto, in Ucraina, fin dalle battute iniziali di quel conflitto in Donbass che ora è esploso nella guerra totale sull’intero territorio. E dove sembra si trovi anche ora […]». In pratica le locandine sarebbero da rifare così «Non è escluso che ci sia un ravennate in Donbass».

– Passiamo alle dichiarazioni post elezioni consigli territoriali di un esponente dell’opposizione. «[…] Ora il Consiglio Territoriale (di San Pietro in Vincoli, ndr) vede una maggioranza risicatissima: 7 consiglieri del centro sinistra e 6 dell’opposizione. Facile prevedere che in diverse occasioni con un paio di assenze il PD e il centrosinistra saranno messi in minoranza. Da San Pietro in Vincoli parte la liberazione delle Ville Unite, del Forese e quindi di Ravenna dal PD». La realtà è che a San Pietro in Vincoli hanno votato 658 persone. Di queste, 524 hanno votato per la lista del centrosinistra, che ha solo 7 consiglieri perché il regolamento prevede che non se ne possano avere di più.

– Massacro di uccelli rari in un allevamento di Conselice – si legge sui social – con animalisti in lacrime e svenimenti in loco. A me dispiace per i 300 polli e i 200 colombi uccisi – i pappagalli e i fenicotteri in realtà sono solo in quarantena – ma un’anatra dello stesso allevamento aveva l’aviaria e la legge dice che gli altri bisogna ucciderli. O preferivate i tamponi al drive-through?

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