Le mie richieste agli aspiranti sindaci di Ravenna

 

Una mia personale lista di richieste a chi si candida a diventare sindaco di Ravenna.

– Smettetela di fingervi civici. Mostrate con orgoglio le vostre bandiere, che tanto non vi votano lo stesso (ah, vedo che Donati, tra Salvini e Meloni, ha già iniziato a seguire il mio consiglio…);

– Smettetela di dire che ascolterete i cittadini, che farete incontri con i cittadini, che aprirete un centro di ascolto, che istituirete perfino un assessorato ai Cittadini. La verità è che la maggior parte dei cittadini non capisce un cazzo e si lamenta per cose che non competono al sindaco oppure per un erbaccia sotto casa, un marciapiede crepato, un albero tagliato, la scuola dei figli. Un sindaco faccia le proprie proposte, presenti il proprio programma e faccia poi quello per cui è stato votato. Dei cittadini, per l’amor di dio, fregatevene.

– Non promettete cose che in realtà sapete bene che non potrete fare da sindaco neppure con il 90 percento delle preferenze e neppure con tutti i soldi del mondo, tipo eliminare il green pass. Tenete la vostra idea per quando vi candiderete a diventare presidente del Consiglio, va bene Panizza e Rossini? Ma chi sono Panizza e Rossini?

– Promettetemi solennemente che il prossimo anno non si parlerà più di Dante, se non a scuola. Per favore. Niente più progetti ispirati all’Inferno, al Paradiso, niente più menate sul Poeta contemporaneo, stop. Piuttosto, passiamo a Lord Byron: è pronto il museo Byron che doveva inaugurare dieci anni fa?

– Rifate la Festa dell’Unità al Pala De André, costi quel che costi, anche se dovessero vincere i fascisti, anche se il cantiere del nuovo palazzetto dovesse restare per sempre un cantiere, come probabile. Non toglieteci ancora quella malinconia di fine estate, i parcheggi in divieto di sosta, le file agli stand per mangiare male e spendere come al ristorante, il calcinculo, la pizza fritta, i vecchi che ti guardano male quando non metti l’offerta all’ingresso, il concerto dei Dik Dik, la pesca gigante con il primo premio che appare per magia solo l’ultima sera, il tombolone con l’auto in regalo sempre più piccola, l’evasione fiscale legalizzata che permea il tutto. Ridateci la nostra infanzia!

– Basta parlare di forese solo prima delle elezioni. Cioè, basta parlarne in generale. Davvero, a chi potrà mai interessare il futuro di Camerlona?

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