Siamo anche noi i colpevoli di questa atrocità…

“Concentramento” è il titolo di un nuovo reality show che catapulta i suoi protagonisti all’interno di una sorta di campo di deportazione nazista dove i meno meritevoli vengono televotati dal pubblico e semplicemente giustiziati. Una trovata fantastica che è al centro di un romanzo breve di Amélie Nothomb (purtroppo non all?altezza delle aspettative che crea l?invece ottima idea che lo sorregge) in cui i deportati protagonisti del racconto si interrogano su come sia possibile che i politici non vietino una simile mostruosità. Una di loro, la bella Pannonique, ritiene però che i più colpevoli siano gli spettatori del reality. «La scelleratezza dei politici – dice in uno dei capitoli più appassionanti – è autorizzata e dunque prodotta dagli spettatori. I politici sono l’emanazione del pubblico. Quanto agli organizzatori, sono pescecani che si accontentano di infilarsi là dove ci sono delle faglie, ovvero dove esiste un mercato che li riempie di soldi. E la colpa degli spettatori è proprio quella di costituire un fiorente mercato». Un pensiero, questo, che nel libro risulta essere quasi eversivo (gli altri prigionieri in fondo non hanno torto a sostenere che ad ucciderli siano gli organizzatori del reality e seppur indirettamente i politici che non fanno niente per fermarli) ma che è fin troppo logico e condivisibile. La colpa di come vanno le cose, e certo non solo nei reality, è in primo luogo la nostra. Siamo noi a far sì che esistano certi ministri o parlamentari. La politica, in fondo, è solo uno specchio della società. E se a destra l’aderenza tra elettori e politici è totale, con intere schiere di cittadini che – purtroppo – si rivedono in personcine “perbene” come Berlusconi e Bossi, a sinistra ci piace ancora raccontare la storia del «non c’è nessuno che ci rappresenta», prima però di votare Pd e, cinque minuti dopo, insultare il Pd. Siamo una contraddizione vivente, siamo snob e presuntuosi, predichiamo bene e razzoliamo male. Proprio come i nostri esponenti in parlamento, e qui sta il bello, perché alla fine tutto torna. La colpa è nostra, del “pubblico”, e non (solo) dei politici. Quindi è arrivato il momento di darsi da fare per cambiare i nostri comportamenti, tentando innanzitutto di mettere al bando la mediocrità con piccole battaglie di civiltà, senza bisogno di scendere in piazza. Cominciando magari - tornando al tema del libro della Nothomb, che almeno ha avuto il merito di farmi riflettere per qualche frazione di secondo - cambiando canale di fronte a spettacoli televisivi pietosi o boicottando al cinema film che insultano la nostra intelligenza. E chissà che grazie ai nostri “sacrifici” privati la prossima volta non si possa scegliere tra qualcosa di meglio di un Bersani o un Franceschini.

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