Il vice che non può mai diventare sindaco Seguici su Telegram e resta aggiornato Uno pensa che quando c’è un vicesindaco, quello diventa automaticamente sindaco quando improvvisamente non c’è più il sindaco. Non fa una piega. E sembrerebbe proprio il caso di Ravenna, dove il sindaco Michele de Pascale ha deciso di lasciare la propria poltrona da sindaco per candidarsi a presidente della Regione. Al suo posto, in un mondo normale, sarebbe il vicesindaco appunto a prendere il suo posto per i mesi necessari prima di tornare alle urne. Esattamente come la vice Presidente della Regione, Irene Priolo, sta ora facendo la Presidente della Regione dopo che Stefano Bonaccini ha pensato bene di andarsene al parlamento europeo. “Una banalità”, direte voi. “Che problema c’è”, direbbe qualcun altro. “Naturalmente”, direbbe qualsiasi persona di buon senso. E invece no, è qui che vi volevo. Perché il problema è che il vicesindaco a Ravenna è del Pri, il mitico Partito Repubblicano Italiano, si chiama Eugenio Fusignani e a lui, facendola breve, il Pd non darebbe in mano neppure le chiavi dei cessi mobili del cantiere del palasport, figuriamoci la poltrona di Palazzo Merlato. Al suo posto, il Pd sta pensando di mettere come sindaco facente funzioni e al posto quindi del vicesindaco un assessore a caso del Pd o in alternativa, in un gesto di estremo coraggio, addirittura una assessora a caso del Pd. Nell’eventualità che non fossero disponibili, si sta valutando, nell’ordine: – uno dei due figli De Pascale; – Alvaro Ancisi; – un messo comunale. Fusignani, però, resterebbe il vice, giustamente, dicono dal Pd, essendo il vice. Il vice del nuovo sindaco facente funzioni. E pensate un po’, nel frattempo il Pri ha già trovato l’accordo con il Pd per l’alleanza alle prossime elezioni amministrative. Un’alleanza solida, che si basa su un programma concreto, fatto di progetti per il bene dei cittadini: in primis la promessa di dare ai repubblicani la poltrona di vicesindaco. Forever and ever. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: L'osservatorio