“La casa dei Gunner”, romanzo pervaso di profonda umanità

 

KauffmannUn libro per certi versi irrisolto, come irrisolte sono spesso le nostre vite, dove le cose si mettono a posto solo in parte, e un po’ ammaccate, dove i misteri non hanno una spiegazione nemmeno alla fine, dove i rapporti non diventano mai idialliaci, dove ogni tanto qualcosa va per il verso giusto, ma non tutto e non per sempre.

La Casa dei Gunner di Rebecca Kauffman è una lente di ingrandimento sulla vita di un gruppo di amici che fin da bambini si trovano in una casa abbandonata in una periferia depressa a nord di New York, lontano da ogni bellezza.

Intriso di nostalgia per un’infanzia e un’adolescenza solo in apparenza e solo a tratti spensierata (come è ovvio che sia, in realtà) il libro mette insieme pezzi di queste vite fino alla loro maturità, poco dopo i trent’anni. Non c’è una geometria precisa, ma l’evento cruciale resta sicuramente il raduno al funerale di una di loro, con atmosfere che a tratti ricordano un po’ Il grande freddo. Una notte per ritrovarsi e per svelarsi colpe e segreti incrociati, e scoprire che in realtà nel gruppo tante cose non erano condivise da tutti. E forse di colpe non ne ha nessuno. Rimane infatti saldo, nonostante tutto, il senso di appartenenza dei Gunner e la voglia di ritrovarsi, senza mai giudicarsi. C’è chi è passato per la droga, chi ha subito incidenti gravissimi, chi ha avuto fortuna e si è scoperto gay, chi sa di essere destinato a diventare cieco. Traiettorie che partendo da un punto in comune si separano per riscoprire poi il piacere di reincrociarsi un po’ in ordine sparso.

Momenti clou della vita comune, come un’eclissi durante l’infanzia si alternano a rivelazioni che potrebbero essere all’origine di una soap opera di ottomila puntate e che diventano invece momenti in fila agli altri di un’esistenza volta al cercare uno spazio, un po’ di amore, un senso di amicizia sincera. Sullo sfodo il degrado e l’abbandono dell’infanzia, situazioni familiari devastate e devastanti, adulti fragilissimi.

Non ci sono eroi in questo libro, nemmeno quando fanno qualcosa di unico ed eroico, e non ci sono cattivi veri, nemmeno quando fanno qualcosa di mostruoso e irripetibile. Non c’è l’America scintillante, se non vista da molto lontano, e i fallimenti sono più dei successi. Ci sono il senso di colpa, di inadeguatezza, senza un vero slancio verso il riscatto, ci sono le giornate che si susseguono con domande che non trovano risposta.

Un libro pervaso di umanità profonda, con personaggi imperfetti, manchevoli, umanissimi. Edito da BigSur, La Casa dei Gunner è tradotto da Alice Casarini.

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