Longo, quello stile così torinese

Davide LongoMai titolo fu meno azzeccato per un libro, visto che di semplice in questo nuovo romanzo di Davide Longo per Einaudi con il bizzarro Bramard, Arcadipane, Isa e Pedrelli c’è davvero poco.
E anzi la trama di Una rabbia semplice (terzo romanzo della serie) è particolarmente ben congegnata e intrigante e ricca di suspese senza essere inutilmente complicata.
I riflettori sono su Arcadipane mentre Bramard, protagonista del primo romanzo, ex commissario più giovane d’Italia ed ex “maestro” di Arcadipane, fa solo qualche breve, per quanto significativa apparizione. E sappiamo che se Bramard è il genio assoluto, l’eccentrico, il personaggio letterario per eccellenza, Arcadipane è il suo contraltare, più semplice, in difficoltà, affaticato, confuso. Molto umano, molto vero con i suoi sucai sempre in tasca, alla prese con una solitudine forzata voluta dalla moglie, che si sta rifacendo una vita.
Questa volta a fare da controcanto geniale e fuori dagli schemi c’è un ex poliziotto “messo a riposo” che da anni insegue una pista fantasiosa e che ora parla citando le sacre scritture con un effetto a volte volutamente e raffinatamente ironico.
Raffinata del resto si conferma la scrittura di Longo, precisa, soppesata, senza sbavature, tagliente anzi, così, come direbbe Arcadipane, “piemontese”.
C’è del resto tanta Torino nel libro, di giorno di notte, in interno ed esterno: le palazzine popolari, i quartieri di villette borghesi, i “liberal” e le anziane signore alle prese con la minima, gli artisti internazionali sotto pseudonimo nascosti in casa con mamma e i bilocali dove il figlio adolescente di una madre single dorme nel divano letto.
Non mancano tuttavia nemmeno le montagne, le malghe, le vacche, il confine con la Francia, l’attrito tra il mondo antico dei montanari e la complessità del mondo globale di oggi ancora però diviso da righe per terra invisibili ma non per questo accessorie.
Nostalgia, rimpianto, sentimento, paura di invecchiare e di morire, amore, desiderio innervano il romanzo senza mai tracimare nel sentimentale, sottotraccia, con eleganza e riservatezza in una bellezza sobria, a tratti dura, come la bella ex capitale del Regno italico.
Per gli appassionati, il libro è disponibile anche in audiobook letto da un bravo William Angiuli capace di tenere quel ritmo così peculiare, asciutto eppure teso, che caratterizza la scrittura dell’autore cinquantenne di Carmagnola e dargli uno spessore e una densità particolarmente godibili.

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