“Voi“: l’ultimo romanzo di Morisinotto tra suspense e formazione

Morisinotto VoiGaudio e giubilo per molte età, con l’ultimo romanzo di Davide Moro­sinotto che scrive romanzi anche per ragazzi (e quindi troppi adulti rischiano di perderselo).
Autore di quel capolavoro che è Il Rinomato catalogo di Walker&Down e dell’altrettanto affascinante La luce folgorante di due stelle rosse per Mondadori (entrambi preziosi anche per la copertina e la grafica), qui abbiamo invece, per Rizzoli, una copertina più ordinaria e un titolo brevissimo: Voi.

Del resto le differenze non si fermano qui: Voi è ambientato al giorno d’oggi e si svolge nel giro di quattro giorni in un paesino di montagna.
I “Voi” sono in realtà “loro”, creature che appaiono misteriosamente e che costringeranno ragazzi e adulti a confrontarsi con l’idea del diverso in un’atmosfera che ha molto della migliore fantascienza. Ma attenzione, nonostante di questi tempi il tema così esposto possa apparire di grande attualità, Morosinotto assicura che non si è trattato di un libro “a tesi” o nulla del genere. La sua intenzione era quella di raccontare una storia e non di fornire lezioni di vita o di politica. Il fatto che poi questo possa accadere è dunque solo merito del libro che ci fa (anche) capire che appunto l’incontro con l’altro, con il diverso è elemento archetipico e pone una comunità a confronto.

Le reazioni dei vari personaggi di varie età – i protagonisti sono ragazzini, ma Morosinotto ha la capacità di raccontarci in poche pennellate anche le sfaccettature e le complessità degli adulti intorno – sono tutte lecite e legittime. Spaventarsi, incuriosirsi, difendersi, attaccare, accogliere sono tutti approcci potenzialmente condivisibili in questo libro dove anche il più “cattivo” ha le sue ragioni e può essere compreso.
Ecco in un mondo della politica e dell’informazione che cerca spaspodicamente di tracciare la linea tra buoni e cattivi, tra “noi” e “loro”, Voi diventa un esercizio di complessità appassionante. Perché in fondo il libro è innanzitutto un’avventura, una storia di formazione, il racconto di una comunità.
Morosinotto riesce a modulare i modi di parlare dei personaggi, a creare continuamente una suspense che non permette di staccarsi dal romanzo, condirla con momenti umoristici.

Il premio Andersen 2017, pur non raggiungendo forse le vette di originalità dei due precedenti romanzi di viaggio di impianto storico, si conferma una magnifica penna della scena letteraria italiana e a questo unisce una capacità di raccontare e raccontarsi ai ragazzi negli incontri dal vivo dove il suo essere scrittore sembra così, un mestiere come tanti altri. Ma su questo non c’è da credergli troppo, almeno essere uno scrittore come lui è roba per pochi.

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