Arretrati da recuperare nell’otium estivo

Eccolo il momento dell’anno più atteso da tanti lettori, quello in cui livellare la pila dei libri ancora da leggere e accumulati più o meno dal Natale dell’anno precedente. Ed ecco quindi cosa non vedo l’ora di leggere nelle lunghe ore di agognato otium estivo spiaggesco.
Naturalmente, pensando anche alla Brexit, Numero 11 dell’amatissimo e inglesissimo Jonathan Coe (trad. Castagnone). Autore dallo humor affilatissimo, ritrattista brillante, inventore fantasioso, non tutti i suoi libri sono ovviamente della stessa qualità e forse è vero che non ha mai ripetuto il miracolo de La famiglia Winshaw. Ma resta in genere godibilissimo e spero non deluda con quella che è stata definita una satira sullo stato dell’arte di un’intera nazione.
Sicuramente, tra le uscite recenti, da recuperare è Hans Tuzzi con il secondo romanzo (Il sesto faraone) dedicato a Neron Vukcic, dopo Sarajevo nel 1914, un affresco storico del periodo pre-bellico di rara precisione e arguzia, ora questo questo scrittore raffinatissimo intende portarci ad Alessandria d’Egitto nel 1921 per un’altra avventura tra il giallo e la spy-story che sarà sicuramente un’altra lezione anche di storia.
Finirò anche il libro osannato da tanta critica lo scorso anno in Italia (e nei precedenti nel resto d’Europa): Gli anni di Annie Ernaux (trad. Flabbi). Superata la freddezza per la catalogazione, per il voluto effetto “album dei ricordi” è sicuramente interessante il lavoro autobiografico che si trasforma in una sorta di diario di una generazione, di un pezzo di storia del costume, della politica, del pensiero. Un modo per raccontare quanto ci condizioni il quando e dove ci capita di attraversare la vita. Un libro che sembra rifuggire l’universale per dedicarsi al particolare storicamente determinato. Più interessante che appassionante forse (non a caso è da un po’ lì in attesa).
Intrigata dalla copertina e dal titolo (con la complicità di un quasi undicenne) non vedo l’ora di immergermi nella lettura de Il rinomato catalogo Walker & Dawn, perché la letteratura (anche) per ragazzi come vado ripetendo ormai ossessivamente può riservare sorprese meravigliose e spero che sia questa storia di avventura tra quattro ragazzi attraverso gli Usa possa essere una di quelle.
Infine, non escludo di rileggere al più presto uno di quei libri che ti fanno provare un po’ di invidia per quelli che non li hanno ancora letti: La famiglia Karnowski (trad. Callow). Passo da grande classico, saga familiare ebrea nel cuore dell’Europa, personaggi indimenticabili, storia di migrazioni, di fughe, di ricerca, di vita quotidiana, di affetti e di (qualche) passione. Libro straordinario.

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