Il 21 marzo? Non è solo primavera ma anche la giornata della musica antica

Johann Sebastian Bach

Johann Sebastian Bach è nato il 21 marzo 1685

Il 21 marzo è una data simbolica che rimanda a molti eventi densi di significato.
Tradizionalmente è il giorno in cui la primavera ha inizio: col suo moto apparente il Sole transita dal punto γ, intersezione tra il piano dell’eclittica e l’equatore celeste, e si appresta al cammino nell’emisfero celeste boreale che si concluderà con l’equinozio d’autunno e la discesa della nostra stella nell’emisfero celeste australe.

La chiesa festeggia San Serapione da Thmuis e San Nicola da Flüe. Del primo si sa che visse intorno al IV secolo e che fu uno strenuo difensore della fede, specialmente richiamandosi alle decisioni del Concilio di Nicea I (325) che dichiarò eretici gli ariani; del secondo, patrono della Svizzera vissuto nell’arco del Quattrocento, è noto che fu soldato e pare davvero che per un ventennio si cibò della sola eucaristia.

Dal 2013 Rema (Réseau Européen Musique Ancienne) ha istituito la Giornata Europea della Musica Antica. Il pretesto è l’anniversario della nascita di Johann Sebastian Bach, ma cosa si cela dietro la locuzione musica antica?

Per musica antica non si intende semplicemente l’insieme delle composizioni non fresche di battesimo, ma quel repertorio da sempre poco valorizzato dalle stagioni “regolari”. Raramente si ascoltano, infatti, brani scritti da musicisti quali Feo, Cima, Mondoville o Dowland. Questo accade perché nel corso del Novecento si è continuato a suonare la musica dell’Ottocento, creando una continuità di esecuzione che si protrae fino a oggi e che mai si era vista nel corso della storia.
L’idea di riscoprire la musica del Settecento e, ancora, del Cinque-Seicento si diffonde con efficacia solo nella seconda metà inoltrata del secolo scorso grazie soprattutto a pionieri olandesi che tentano di recuperare, oltre alle pagine di musica, anche le sonorità e il lessico precipuo di queste composizioni, dando il via alla corrente dello storicamente informato. Proprio questo movimento, meno ingessato rispetto alle strutture più tradizionali, ha amplificato la sua risonanza nel corso del tempo tanto da creare un mercato parallelo a quello storico, ma per nulla secondario.

Il recupero di musica dimenticata dalla storia ha riportato alla fama, oltre a qualche pagina meritevole dell’oblio, grandi composizioni che spesso entrano giustamente in repertorio.
Il recupero della prassi esecutiva dell’epoca non mette ancora tutti i musicisti d’accordo, cosa che invece riesce a fare senza dubbio la celebrazione del genio di Eisenach. Evviva Bach!

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