Dal “piano” al “forte”: sul concetto di dinamica

Piano ForteTrovare le parole adeguate è sempre importante e non così facile quanto sembra, lo dimostrano tutte le incomprensioni della vita. Va da sé che, quindi, in ambiti tecnici si cerchi di codificare con parole precise idee specifiche. Non è, poi, inusuale prendere lemmi da contesti differenti e dar loro un significato tecnico ben lontano dalle origini: ci penserà poi il corso del tempo ad allontanare sempre più le aree semantiche della parola declinata in accezioni differenti.

È un esempio di ciò la parola dinamica. Come molti termini della lingua italiana, anch’esso ha un etimo che affonda le radici nel greco antico, nella δύναμις (dúnamis) ossia la forza intesa nella sua declinazione più mutevole e cangiante poiché legata a un’idea di movimento. Oggi il primo significato che dinamica assume per la Treccani è potentemente legato alla fisica («parte della meccanica che studia i movimenti di un sistema»), ma ciò che qui interessa è la valenza musicale. La dinamica regola le variazioni d’intensità dei suoni. Ancora più analiticamente la si può intendere come un sistema relativo di controllo della forza con il quale i vari suoni sono prodotti e percepiti dal nostro orecchio.

Utilizzando un lessico più musicale e meno fisico, si potrà dunque affermare che la dinamica altro non è che quel sistema che regola il piano e il forte. Una conquista che oggi appare un’affermazione banale, tuttavia basterà pensare agli strumenti che nel passato furoreggiavano, come per esempio organo, clavicembalo o flauto dolce (sì, il tanto odiato flauto delle medie che, invece, ha ricoperto un ruolo di primissimo piano nella storia della musica solo una manciata di secoli fa). La genesi del suono in questi strumenti non permetteva di modulare l’intensità, tanto che l’invenzione del gravicembalo col piano e col forte fatta da Bartolomeo Cristofori sul finire del Seicento rivoluzionò il mondo delle tastiere.
Vi sono, poi, strumenti come quelli ad arco o a fiato, dove per aumentare o diminuire l’intensità è necessario variare la pressione, dell’arco sulla corda o dell’aria, pressione che esercita una forza, parola chiave della dinamica.

Piano e forte sono quindi le due estremità di un concetto che dall’antica Grecia si è fatto strada fino a diventare eterno nella definizione dell’espressività musicale

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