L’arte perduta della critica musicale

Orchestra SinfonicaCriticare. Un’arte perduta specialmente nell’ambito musicale.
Abituato ormai a bersi qualsiasi esecuzione, il pubblico odierno si ritrova spesso anestetizzato a questa pratica che, nei secoli, ha, invece, decretato le fortune delle opere musicali.

Oggidì questo genere di attività viene demandata a rari esperti che coltivano quest’arte antica e spesso invisa ai musicisti. Risalendo all’etimologia, in greco il verbo κρίνω (krino) non solo significa giudicare, ma anche preferire, esaminare: ciò detto, è proprio questo che fa della critica una questione di grande interesse, non il giudizio, bensì l’approfondimento. Vero è che, però, questo genere di attività non è semplice da fare, in ambito musicale, se non si ha un minimo di formazione specifica. Quali sono i parametri dai quali partire, però, è presto detto:

Punto 1 – Intonazione: nessun musicista potrà essere sempre perfettamente intonato al 100% durante una esecuzione dal vivo (per molteplici motivi), tuttavia è assai disdicevole offrire agli spettatori un concerto o un’opera dove le note stonate sono maggiori in numero rispetto a quelle intonate.

Punto 2 – Interpretazione: passando sopra le varie correnti di pensiero, l’interpretazione di qualsiasi pagina di musica deve essere l’unione di due componenti fondamentali, il rispetto per il lavoro del compositore e l’idea che l’esecutore vuole trasmettere.

Punto 3 – Anche l’occhio: vero specialmente per l’opera lirica, ma non solo, è con la vista che si crea un collegamento col pubblico. La musica vive sul palco ma si crea tra esecutore e platea un rapporto fatto di gesti che i grandi interpreti non trascurano. Va da sé che chi si esibisce è distratto o peggio sbadiglia (è successo anche sul palco del teatro Alighieri qualche anno fa) non sta facendo il bene dell’arte.

Questi criteri non sono altro che primi strumenti per misurare la bontà di uno spettacolo musicale, tuttavia danno già a chi li padroneggia una grande autonomia per l’esercizio del proprio spirito critico. In questo senso, però, chi esercita questo esame non è necessariamente portato a esprimere un giudizio negativo, come l’accezione odierna di critica impone, ma semplicemente analizza, separando il brutto dal bello.
Un esercizio che dall’arte si può applicare alla quotidianità.

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