Caro Babbo Natale, noi musicisti ce lo meritiamo un regalino?

Babbo Natale MusicistiCaro Babbo Natale,
è da tanto tempo che non ti scrivo, ero ancora piccino e andavo a scuola, mentre oggi faccio il musicista e ho pensato che sarebbe bello se tu potessi realizzare almeno uno dei miei desideri. Questi, però, non sono solo i miei, ma quelli di tutte le persone che vivono giorno dopo giorno di questo mestiere.

La prima cosa che vorrei è che la società riconoscesse a questo lavoro la stessa dignità dovuta a tutte le altre professioni. Un medico, un avvocato, un ingegnere, un interprete, un biologo e via dicendo impiegano anni e anni in formazione universitaria e continuano ad aggiornarsi per svolgere al meglio la professione. Questo accade, però, anche a noi. Anni di sudore, calli e fatiche per conseguire un diploma equipollente alla laurea, per non parlare del continuo studio quotidiano una volta in carriera, per sentirsi chiedere “sì, ma di lavoro cosa fai?”…

La seconda cosa è conseguente alla prima. La dignità, nel nostro mondo, viene quantificata anche in base all’aspetto economico. Questo non vuol dire che noi si voglia guadagnare milioni, ma al di là di quei pochi fortunati che hanno raggiunto posizioni stabili, il lavoro nel nostro campo è regolamentato peggio di una giungla e il sommerso è una parte non trascurabile dell’intero. Un’equa retribuzione e relativi contributi molto spesso è utopia.

La politica, quindi, si dovrebbe impegnare maggiormente proprio perché nonostante il nostro lavoro venga percepito come non indispensabile, ma necessario, la valorizzazione della diffusione della cultura musicale è tenuta sempre ai margini. Il grande fiasco (annunciatissimo) di ITsART è solo l’ultimo esempio.
Ci vorrebbe coraggio per ricominciare a diffondere (davvero) la musica nelle scuole, magari rendendo curricolare nelle scuole medie lo studio di uno strumento, dando in mano per qualche anno a tutti (sì, dai Babbo, tutti, voglio esagerare) i ragazzi una chitarra, un violino, un tamburello o quel che ti pare in modo che ognuno abbia la possibilità di scoprire la potenza della musica.
Ciò avrebbe come effetto quello di far rivalutare il ruolo del dilettante, parola della quale abbiamo timore e che, invece, racchiude un concetto fondamentale per la nostra arte, quello della ricerca di quel sentimento di intima gioia e soddisfazione. È grazie al dilettante che la musica potrà continuare a diffondersi andando anche ad alimentare un pubblico che, ahimé, ora latita…
Caro Babbo Natale, lo so che è dura, ma un regalino non ce lo meritiamo?

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