Il silenzio, una componente fondamentale del “suono”

Visto il periodo storico che costringe gli strumenti a rimanere imbavagliati dentro le loro custodie (con poche speranze di uscirne bene a breve), è il caso di approfondire in questa sede il concetto di silenzio.

La musica, nel sentire comune, è percepita come un fluire di note, una melodia da canticchiare, detta in termini un po’ più tecnici, una successione ordinata (!) di suoni ognuno con una sua particolare frequenza che lo rende parte di un sistema organico.

Ciò si accompagna a un’altra componente, un po’ meno considerata, ma che è comunque percepita ed elaborata dal cervello, il ritmo, che altro non è che la peculiare scansione temporale con la quale sono prodotte le note.

Come esempio di unione tra queste due componenti possiamo pensare alle quattro note che compongono il celeberrimo incipit della Quinta di Beethoven, ma qualsiasi pagina di musica calza a pennello.

Ciò che non viene, invece, considerato, è il silenzio tra i suoni.
Le pause sono figure musicali che determinano la lunghezza del silenzio, o meglio, dell’assenza di produzione del suono.

Molto spesso, infatti, le pause sono così brevi da non dare tempo alla percezione psicoacustica di cadere in uno stato di quiete, tuttavia proprio come i punti e le virgole nella scrittura, indicano delle fermate del discorso, delle pause, appunto, nelle quali l’idea musicale prende fiato.

Al termine di questi momenti di silenzio vi è la ripresa del suono tramite un’articolazione, più o meno evidente, che segna la fine del silenzio.
L’articolazione, poi, può avvenire anche senza che una pausa reale ci sia.

Come sia possibile ciò è presto detto. Lo spazio tra due note è costituito dalla fine della prima nota e dall’inizio della seconda.
Il modo per poter articolare la seconda nota è simile al modo che si applica quando si vuole sillabare una parola, la si fa precedere da un piccolo silenzio che, va da sé, è tempo rubato alla coda della nota precedente.

Il silenzio, quindi, è una componente della musica assai più fondamentale e, lo si conceda, subdola più di quanto ci si aspetti.
È nascosto tra le pieghe delle pagine; come la punteggiatura è spesso ignorato ma è grazie a esso che il testo acquista davvero il suo senso.

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