Quando a fare la differenza è (anche) la disposizione dell’orchestra

Orchestra Sinfonica AssettoÈ probabile, poiché l’etimologia è alquanto incerta, che la parola concerto derivi dalla voce latina cum-certare, ossia gareggiare: questa accezione può essere utile come punto di partenza per una breve indagine sulla disposizione delle orchestre.
L’alchimia sonora che si crea in un’orchestra sinfonica è dovuta non solo alla bravura dei musicisti che la compongono, ma anche alla scelta che il direttore compie quando la dispone spazialmente. Si consideri dapprima che esistono due gruppi fondamentali che si fronteggiano in orchestra, gli archi e i fiati.

Partendo dal primo di questi due schieramenti, si possono notare da subito almeno tre soluzioni differenti per distribuire gli archi. La prima, forse la più usata almeno in Italia, è la disposizione americana (introdotta da Stokowski intorno agli anni ’30 del ‘900) che vede nel semicerchio attorno al podio del direttore le due sezioni di violini a sinistra, le viole e i violoncelli (in quest’ordine) a destra e i contrabbassi dietro le viole. Spazialmente questa disposizione è quella che dimostra maggiormente l’idea della competizione (archi chiari/scuri): già la disposizione americana variata (utilizzata in primis da Fürtwangler) è in grado di stemperare questa netta separazione, portando i violoncelli sul centrodestra, accanto ai violini secondi, e lasciando esterne le viole. L’ultima disposizione è quella tedesca nella quale, rispetto all’americana, viene fatto uno scacchistico arrocco tra i violini secondi e il gruppo violoncelli-contrabbassi, facendo guadagnare il cuore del semicerchio alle sonorità gravi e lasciando le due squadre di violini a fronteggiarsi esternamente.

Il gruppo dei fiati, posto su pedane digradanti alle spalle degli archi, vive intorno al cuore pulsante creato dall’ottetto di legni, disposti in due file con flauti e oboi in primo piano con dietro clarinetti e fagotti (sempre guardando da sinistra a destra del direttore), mentre la disposizione degli ottoni segue schemi più liberi. I corni formano un gruppo a sé stante che può trovare collocazione sia tra le fila dei legni, sia nell’incontro con gli altri ottoni, oppure separarsi da entrambi i gruppi, mentre trombe e tromboni, in linea o su due file, creano un gruppo unico al di là dei legni.
In fondo allo schieramento orchestrale saranno poste, invece, le percussioni tra le quali spicca il ruolo predominante dei timpani.

In tutti i casi descritti non sono state considerate le disposizioni delle orchestre nei golfi mistici nei quali, spesso per questioni di spazio, vengono attuate soluzioni inusuali.

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