È fatto di cronaca recente che sia stato presentato il prossimo programma del Ravenna Festival che andrà in scena nell’estate di questo 2025. Oltre al vasto programma del festival, è stato annunciato anche un più che probabile futuro cambio nell’organigramma del direttivo di Ravenna Manifestazioni, la fondazione che gestisce gran parte della musica ravennate.
Interessati saranno i direttori artistici storici che, in un primo momento, saranno affiancati da giovani leve già ben avviate per poi passare la mano a questi “allievi”. Ma qual è la funzione del direttore artistico?
Nessuna, potrebbe dire qualche malfidato, ad aspirar denari qualche altro. Nei fatti non è proprio così. Il direttore artistico è una figura fondamentale per quanto riguarda una rassegna di poco conto, figuriamoci per un festival di portata internazionale come quello ravennate. Nei fatti tutta la responsabilità della bontà del prodotto musicale offerto al pubblico grava sulle sue spalle. Il perché è presto detto, dato che è il direttore artistico che, infine, sceglie chi e cosa viene proposto nel programma.
Ci sono direttori artistici più prudenti, che prediligono navigare in acque sicure, concependo spettacoli già rodati e affidandosi a nomi dal sicuro rendimento. Altri, invece, più intraprendenti, che tentano idee più ardite e non scontate, rischiando anche di essere aspramente criticati. È chiaro che, come diceva Orazio, est modus in rebus, cioè esiste una misura nelle cose e all’interno di una stagione (a maggior ragione ampia come quella del Ravenna Festival) il direttore artistico ha la possibilità di navigare verso procelle violentissime per poi ritornare verso porti più tranquilli nell’arco di una notte.
È proprio questa possibilità che rende davvero stimolante il mestiere di direttore artistico: la possibilità di far scoprire volti nuovi del panorama musicale, magari giovani e talentuosi e permettere loro di spiegare le ali verso una carriera importante.
Quando ci si siede a teatro, e ancora prima quando si legge una programmazione, è d’uopo considerare tutto ciò nell’economia della proposta e godere (si spera) di una esperienza ben calibrata dalle mani sapienti di coloro che sono deputati a proporla: i direttori artistici.
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