Ricordando un gigante: Genesis P-Orridge

Genesis P. Orridge New York

Mi rendo conto che in questi giorni la maggior parte dell’umanità che ascolta musica avrà letto la parola Genesis riferita alla reunion della band di Phil Collins. Eppure la notizia dell’anno probabilmente resterà la morte (a 70 anni, per le conseguenze di una leucemia) di Genesis P-Orridge, figura chiave di tutta la scena sperimentale inglese e di conseguenza mondiale.
Qui ne ripercorriamo brevemente la vita, che merita di essere scoperta anche da chi non lo conosceva affatto e mai si sognerebbe di ascoltare un disco dei Throbbing Gristle.

Nato (all’anagrafe Neil Andrew Megson) a Manchester nel 1950, Genesis Breyer (dal cognome della sua seconda moglie) P-Orridge, inizia a far parlare di sé nell’ambito dell’arte visiva e della performance, dando origine a fine anni sessanta ai Coum Transmissions, che sarebbero poi quei “distruttori della civiltà” della celebre definizione del conservatore Nicholas Hardwick Fairbairn che ne contestò in parlamento in particolare lo spettacolo Prostitution, basato perlopiù su materiale fotografico che la cofondatrice Cosey Fanni Tutti aveva prodotto introducendosi nell’industria pornografica, tra assorbenti, coltelli, sangue, corpi nudi, siringhe e ritagli di giornali.

Questo per dare l’idea di come i limiti non siano mai stati un problema per P-Orridge, che arrivò poi negli anni Novanta a dare vita a quella che è stata definita come «la più radicale messa in discussione del gender nella cultura contemporanea», il progetto della pandroginia, sottoponendosi insieme alla seconda moglie di cui sopra (Jaqueline “Lady Jaye” Breyer), a una serie di interventi chirurgici per diventare l’uno l’immagine dell’altra e viceversa, tanto da dover coniare un nuovo pronome per autodefinirsi, s/he.

Nel mezzo, naturalmente, un sacco di musica/non musica e il privilegio di poter essere tra i pochi artisti ad aver di fatto inventato un genere, l’industrial, indefinito come i suoi Throbbing Gristle (già più facile sarà con i successivi Psychic Tv, più vicini alla forma canzone) e che prenderà in futuro mille direzioni, una diversa dall’altra, ma che aveva almeno originariamente una sorta di comune denominatore nel cercare di unire rock fuori dagli schemi (in particolare di band come Velvet Underground e Can) all’elettronica sperimentale e alla musica contemporanea di un John Cage o La Monte Young.

Se ne è andato un gigante che ha influenzato generazioni di artisti diversi tra loro, musicalmente ma, come si sarà capito, non solo.

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