Un cofanetto da ignorare. O da ascoltare tutto d’un fiato

Michael Stipe RemEsiste qualcosa di più odioso di raccolte di rarità e b-sides, performance dal vivo o versioni alternative di pezzi celebri pubblicate ad anni di distanza dallo scioglimento di un gruppo che pare non abbia alcuna intenzione di riformarsi, al solo scopo (solitamente) di continuare a fare soldi grazie al nome di quello stesso gruppo e alla passione dei suoi poveri fan?
E – subito dopo – è mai esistito nella storia della musica rock un gruppo più grande al mondo dei Rem?

Se la risposta è no a entrambe le domande – come nel mio caso (si fa per dire) – si dovrà comunque ascoltare in streaming tutte, dall’inizio alla fine, queste 7 ore e 29 minuti di R.E.M. at the BBC e poi magari anche acquistare il cofanetto uscito lo scorso 19 ottobre che si compone di otto dischi con pezzi registrati dal vivo e in studio nell’arco di 25 anni, tra il 1984 e il 2008 (tratte appunto dagli archivi della Bbc), a cui si affianca un bonus Dvd contenente materiale video e un documentario con interviste ed esibizioni televisive.
Negli otto dischi e nelle 7 ore e 29 minuti di musica, tra le altre cose, una John Peel Sessions (1998), esibizioni durante i programma Bbc Drivetime e Mark and Lard (2003), una gloriosa performance di Radio 1 Live Lounge (2008), uno spettacolo al Rock City (Notthingham, 1984), lo straordinario (per chi c’era) Milton Keynes Monster Tour del 1995 (il primo dopo una pausa di sei anni), un’esibizione a Glastonbury del 1999 e a Londra a St. James’s Church nel 2004.

Cosa c’è da dire di più, se non che ci sono tutte le vostre-nostre canzoni preferite dei Rem (si fa sempre per dire, bisognerebbe controllare, ma non mi pare ci siano esclusioni così clamorose, a un primo ascolto, che credo resterà comunque anche l’ultimo) e che chiaramente si è di fronte a uno dei più emozionanti tuffi nel vostro-nostro passato che vi-ci capiterà di fare da qui a molti anni a venire, presumibilmente.
Anche perché fino a un paio d’anni fa Michael Stipe si esprimeva così su una possibile reunion dei Rem. «Non succederà mai, non c’è alcuna possibilità».

Poi se volete obiettare che è meglio andarsi a riascoltare i dischi originali, beh, che dire, avete ragione. Però vi perderete quel gusto di ascoltare qualcosa di comunque “nuovo” (tra virgolette), di scoprire ogni volta quale canzone arriverà dopo e di immedesimarvi nei presenti che si fanno sentire in sottofondo…
Mica poco, no?

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